Il dibattito riguardante il copyright e l’addestramento dell’intelligenza artificiale continua a essere un tema di grande rilevanza. Recentemente, una sentenza potrebbe avere un impatto significativo sul futuro delle aziende operanti nel settore dell’AI. Anthropic, la società madre di Claude AI, ha ottenuto un’importante vittoria in una causa legale relativa ai diritti d’autore.
Anthropic vince causa per copyright, ponendo un precedente a favore dell’addestramento AI
La questione centrale riguardava se l’utilizzo di libri protetti da copyright per addestrare modelli di intelligenza artificiale potesse essere considerato “fair use” secondo la legge sul copyright degli Stati Uniti. Gli autori Andrea Bartz, Charles Graeber e Kirk Wallace Johnson avevano intentato una causa contro Anthropic, sostenendo che l’azienda avesse utilizzato i loro libri senza autorizzazione per formare il chatbot Claude.
Il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, William Alsup, ha stabilito che l’uso dei libri da parte di Anthropic per l’addestramento della sua AI fosse effettivamente “fair use” e “estremamente trasformativo”. Il giudice ha argomentato che, proprio come uno studente apprende leggendo per scrivere qualcosa di nuovo, i sistemi AI di Anthropic si allenano su opere non per replicarle ma per generare contenuti completamente differenti. Questa decisione rappresenta una vittoria significativa per le aziende del settore AI, stabilendo un precedente che afferma come l’addestramento generativo dell’AI possa rientrare nelle finalità del copyright, promuovendo creatività e progresso scientifico.
Anthropic dovrà affrontare un caso separato per violazione del copyright
La sentenza includeva una clausola importante. Il giudice Alsup ha anche stabilito che l’atto separato di Anthropic di copiare e memorizzare oltre 7 milioni di libri piratati in una “biblioteca centrale” non rientrava nel fair use e costituiva chiaramente una violazione dei diritti d’autore degli autori. Questa vasta collezione di materiale pirata è stata considerata illegittima anche se non direttamente utilizzata per l’addestramento dell’AI. Inoltre, il giudice ha specificato che acquistare successivamente una copia legittima non esonera dalla responsabilità legale derivante dal furto iniziale.
Di conseguenza, Anthropic affronterà un processo separato a dicembre per determinare i danni da risarcire per questa violazione. L’azienda potrebbe dover pagare danni statutari fino a $150.000 per ogni opera coinvolta.
Una sentenza che potrebbe cambiare radicalmente il panorama dell’intelligenza artificiale
Questa decisione segna un momento cruciale nelle battaglie legali tra i creatori di contenuti e gli sviluppatori di intelligenza artificiale. La causa sostiene ampiamente l’idea che utilizzare materiale protetto da copyright per l’addestramento dell’AI rientri nella categoria del fair use. Sottolinea anche l’importanza fondamentale della provenienza dei dati utilizzati nell’addestramento. La sentenza non ha trattato se gli output generati da un modello AI possano violare i diritti d’autore, questione altrettanto rilevante oggetto di discussione in altre cause nel settore.
In definitiva, questa pronuncia evidenzia il panorama giuridico in evoluzione riguardante l’intelligenza artificiale. Essa fornisce alle aziende del settore AI una direzione più chiara nell’addestramento dei propri modelli ma mette in evidenza la necessità di acquisire i dati formativi in modo attento e legale.
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