Apple sfida la legge sui mercati digitali dell’unione europea in tribunale

La battaglia legale di Apple contro l’Unione Europea riguardante il Digital Markets Act (DMA) sta vivendo un’importante evoluzione. La società ha avviato una contestazione presso la corte generale dell’UE a Lussemburgo, sostenendo che le nuove normative in materia di concorrenza impongano modifiche illegittime all’App Store, a iMessage e agli iPhone. Questa azione legale è emersa dopo un recente report che suggeriva una possibile transazione tra Apple e l’UE.

Apple risponde al DMA in corte

Apple sostiene che il DMA imponga obblighi incompatibili con le garanzie di sicurezza, privacy e diritti di proprietà previsti dalla legislazione europea. Durante l’udienza, l’azienda ha dichiarato che la legge comporta “oneri enormi e invasivi” per i gatekeeper designati. Le disposizioni richiedono alle grandi aziende tecnologiche come Apple di rendere interoperabili i loro servizi fondamentali con quelli dei concorrenti e di allentare le restrizioni esistenti. L’obiettivo è prevenire che le aziende sfruttino la propria dominanza in un mercato per acquisire potere in un altro.

Nel suo ricorso, Apple contesta tre decisioni collegate alla normativa. In primo luogo, sfida gli obblighi che richiedono l’interoperabilità dell’hardware e dei servizi degli iPhone con dispositivi concorrenti come auricolari o smartwatch. In difesa della sua posizione, Apple afferma che tale interoperabilità con hardware sconosciuto potrebbe compromettere le misure di sicurezza degli utenti, violare protezioni della proprietà intellettuale e ridurre il controllo sulla privacy.

Apple contesta l’inclusione dell’App Store nel DMA

In secondo luogo, Apple mette in discussione l’inclusione dell’App Store come “servizio coperto” dal DMA. I regolatori europei hanno stabilito che il controllo esercitato da Apple sulla distribuzione delle app conferisce un potere strutturale da gatekeeper. Ad aprile, Apple ha ricevuto una multa di €500 milioni (~ $580 milioni) per aver violato le disposizioni anti-steering relative agli acquisti effettuati al di fuori del sistema di Apple.

Apple contesta sia la designazione sia la sanzione in casi separati, sottolineando che l’App Store non dovrebbe essere considerato come un servizio unico ai fini del DMA ma dovrebbe rimanere al di fuori dell’ambito normativo.

Infine, la società sta contestando la decisione della Commissione di indagare se iMessage dovesse essere considerato un servizio coperto dal DMA. Sebbene alla fine si sia deciso di non includerlo poiché non genera entrate dirette per Apple, quest’ultima osserva che avviare tale indagine era procedimentalmente improprio.

L’avvocato della commissione sostiene che Apple ha costruito una posizione esclusiva

L’avvocato Paul-John Loewenthal, rappresentante della commissione, ha argomentato che Apple ha creato una posizione esclusiva mantenendo il controllo indipendente sulla piattaforma iPhone. Ha informato i giudici che il “controllo assoluto” da parte di Apple consente all’azienda di ottenere “profitti supernormali” nei mercati complementari dove i suoi concorrenti sono meno forti.

“Solo Apple possiede le chiavi a quel giardino recintato. Decidere chi può accedervi e chi può offrire prodotti e servizi agli utenti degli iPhone è nelle sue mani. Attraverso questo controllo, Apple ha bloccato oltre un terzo degli utenti europei di smartphone”, ha aggiunto Paul.

Questo caso rappresenta la prima volta in cui l’azienda chiede ai giudici europei di limitare la portata legale del DMA prima della piena attuazione della legge nel proprio ecosistema.

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