Le recenti vicende legali di Google con i regolatori globali continuano a suscitare attenzione. Una decisione recente da parte dell’Unione Europea rappresenta un momento cruciale nella lotta per la regolamentazione della pubblicità digitale. Venerdì, la Commissione Europea, l’organo antitrust principale dell’UE, ha inflitto una sanzione di 2,95 miliardi di euro (circa 3,5 miliardi di dollari) al gigante tecnologico. Questa multa segna il quarto intervento antitrust da parte dell’UE e viene imposta per l’abuso della posizione dominante di Google nel mercato della pubblicità online dal 2014.
La sanzione da 3,5 miliardi di dollari come passo dell’UE per regolare il business AdTech di Google
L’indagine condotta dall’UE ha rivelato che Google ha attuato pratiche definite come “autofavoreggiamento”. L’azienda avrebbe utilizzato le proprie piattaforme per favorire i propri servizi rispetto a quelli dei concorrenti. La Commissione sostiene che questo comportamento illecito ha comportato costi più elevati per inserzionisti ed editori, portando a prezzi maggiori per i consumatori. Per gli editori, molti dei quali dipendono dalla pubblicità display online, tale abuso ha significato minori entrate, compromettendo i loro modelli di business.
Come previsto, Google ha contestato la decisione. Lee-Anne Mulholland, responsabile globale delle questioni normative dell’azienda, ha descritto la sentenza come “errata” e ha affermato che danneggerà migliaia di imprese europee rendendo più difficile guadagnare denaro. Ha anche sostenuto che “ci sono più alternative ai nostri servizi che mai” e che Google si limita a fornire servizi sia agli acquirenti sia ai venditori di annunci. L’azienda prevede di presentare ricorso contro la multa.
Google presenterà ricorso
Cosa accadrà ora? L’Unione Europea ha concesso a Google 60 giorni per proporre un piano volto a correggere le proprie pratiche commerciali. La Commissione ha avvertito che se non verrà presentato un “piano fattibile”, non esiterà ad applicare una “rimedi strutturale” più drastica – un chiaro riferimento alla possibilità di obbligare Google a cedere parti del proprio business AdTech. Teresa Ribera della Commissione ha dichiarato che le multe precedenti non hanno avuto effetto; pertanto, questa volta una scissione potrebbe essere l’unica soluzione efficace.
Sebbene questa ultima sanzione rappresenti una somma considerevole, è importante notare che si tratta comunque di “spiccioli” per Google. Il colosso californiano ha guadagnato oltre 28 miliardi in un solo trimestre. Critici del settore sostengono che una multa da sola non cambierà il comportamento dell’azienda e affermano che solo una scissione potrà risolvere il monopolio di Google.
Il caso non è isolato; Google sta affrontando sfide simili anche dal Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti e dalle autorità in Canada e Gran Bretagna, rendendo questo problema veramente globale. La pressione sul business AdTech di Google sta raggiungendo livelli senza precedenti e i regolatori sembrano sempre più determinati ad agire.
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