La questione della vendita dei dati di localizzazione da parte delle compagnie telefoniche ha sollevato un acceso dibattito. Recenti sviluppi legali hanno messo in evidenza la posizione di T-Mobile, che è stata multata per pratiche ritenute illecite. Le decisioni della corte e le reazioni delle parti coinvolte offrono uno spaccato significativo sulla privacy degli utenti.
t-mobile multata per vendita dati di localizzazione
Il caso risale ad aprile 2024, quando T-Mobile, insieme a Verizon e AT&T, è stata sanzionata dalla FCC per aver venduto i dati di localizzazione a aggregatori. Questi aggregatori successivamente condividevano tali informazioni con fornitori di servizi basati sulla posizione. Tutti e tre gli operatori sono stati costretti a pagare multe significative:
- T-Mobile: $92 milioni (combinazione tra T-Mobile e Sprint)
- AT&T: $57 milioni
- Verizon: $48 milioni
T-Mobile ha deciso di fare appello contro la multa, non negando le proprie azioni, ma sostenendo che queste non violassero la legge. Secondo il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, Florence Pan, “Nessuno nega quanto accaduto. Invece, sostengono che i fatti indiscussi non equivalgano a una violazione della legge”.
risposta di t-mobile
T-Mobile ha espresso insoddisfazione per il verdetto emesso dalla corte. In una dichiarazione ufficiale, l’azienda ha affermato: “Abbiamo interrotto il nostro programma di servizi basati sulla posizione oltre sei anni fa. Attualmente stiamo esaminando l’azione della corte e non abbiamo ulteriori commenti al riguardo.”
Esperti come Eric Null del Center for Democracy and Technology considerano questa sentenza come un importante traguardo per la privacy degli utenti. Null ha dichiarato: “Questa è una grande vittoria per la privacy e per tutti coloro che possiedono un cellulare. I dati di localizzazione sono tra i più personali e sensibili e possono essere particolarmente dannosi se finiti nelle mani sbagliate.”
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