Centri dati cinesi ospiteranno 115.000 chip ai nvidia nonostante il divieto americano

Negli ultimi tempi, le aziende cinesi hanno riscontrato notevoli difficoltà nell’accedere a chip e tecnologie di intelligenza artificiale statunitensi a causa delle restrizioni commerciali imposte da Washington. Queste misure sono state progettate per contenere i progressi di Pechino nel settore dell’IA, ma sembrano non aver prodotto gli effetti sperati. Recenti rapporti indicano che la Cina sta pianificando la costruzione di enormi centri dati dotati di oltre 115.000 GPU NVIDIA di alta gamma.

115.000 GPU NVIDIA alimenteranno i massicci centri dati della Cina

Questo progetto ambizioso prevede la realizzazione di una rete composta da circa 36 a 39 centri dati dedicati all’IA. La Cina intende collocarli strategicamente in regioni occidentali, come Xinjiang e Qinghai. Una parte significativa della potenza elaborativa prevista, stimata attorno al 70% (80.500 GPU), sarà destinata a un singolo centro dati statale situato nei pressi di Yiwu nella provincia dello Xinjiang. Le scelte geografiche sono motivate dalla disponibilità di risorse abbondanti come energia eolica, solare e carbone, insieme a climi freschi e ad alta quota ideali per gestire infrastrutture informatiche su larga scala.

Diverse importanti aziende cinesi nel campo dell’IA partecipano a questa iniziativa, supportata anche dal governo cinese. L’enorme portata del progetto è impressionante, con il numero previsto di GPU che rivalizza o addirittura supera la capacità computazionale utilizzata da alcuni dei modelli di IA più avanzati al mondo.

La Cina si rivolge ai fornitori terzi?

Sorge dunque spontanea la domanda: come intende la Cina acquisire una quantità così vasta di chip NVIDIA soggetti a restrizioni? Le sanzioni commerciali statunitensi mirano a impedire vendite dirette. Sebbene i dettagli siano scarsi, esperti suggeriscono che l’approvvigionamento potrebbe avvenire attraverso fornitori terzi o addirittura tramite canali del mercato nero. Funzionari statunitensi hanno espresso scetticismo riguardo alla fattibilità di una rete disorganizzata capace di fornire chip su tale scala.

Indipendentemente dai metodi di approvvigionamento, la determinazione della Cina nel procedere con un progetto infrastrutturale tanto colossale indica una forte aspettativa riguardo all’ottenimento di questi componenti cruciali. Ciò fa anche presagire gli sforzi continui della Cina per rafforzare le proprie capacità produttive domestiche nel settore dei chip per l’IA. Per i funzionari americani, i progressi della Cina nell’ambito dell’intelligenza artificiale rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale. Rimane da vedere come si evolverà la situazione e se Washington deciderà di intervenire.

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