Google, azienda leader nel settore tecnologico, è attualmente al centro di una serie di controversie legali che potrebbero influenzare significativamente il suo operato. Con un fatturato pubblicitario che supera i 348 miliardi di dollari nel 2024, la questione dell’eventuale monopolio nell’ambito della pubblicità online sta attirando l’attenzione della giustizia americana.
richiesta del DOJ
Di recente, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha presentato una proposta per affrontare quello che considera un monopolio illegale da parte di Google nel mercato pubblicitario online. Tra le richieste principali vi è la vendita della piattaforma Ad Exchange e del sistema di gestione pubblicitaria Google Ad Manager. Questi cambiamenti potrebbero avere ripercussioni notevoli sul panorama digitale.
Il giudice Leonie Brinkema ha stabilito che Google ha costruito e mantenuto un monopolio attraverso il suo servizio Ad Exchange, il quale consente ai publisher di mettere all’asta spazi pubblicitari in tempo reale. Le misure proposte dal DOJ includono:
- La vendita immediata di Ad Exchange.
- Divieti sull’operatività di qualsiasi scambio pubblicitario per dieci anni.
- Apertura delle interfacce API per facilitare l’integrazione con scambi concorrenti.
- Pubblicazione open-source di parti del codice di Ad Manager.
- Vendita separata dei restanti componenti di Ad Manager a un acquirente diverso da quello che acquisterà Ad Exchange.
posizione di google
Google si oppone fermamente alla proposta del DOJ, sostenendo che una divisione forzata potrebbe aumentare i costi e danneggiare le piccole imprese che dipendono dai suoi strumenti accessibili. L’azienda ha presentato delle proprie soluzioni, più limitate rispetto alle richieste governative, tra cui:
- Miglioramento della trasparenza sui prezzi delle offerte agli server concorrenti.
- Aumento della flessibilità dei prezzi per i publisher nella vendita degli spazi pubblicitari.
- Impegno a non riprodurre meccaniche d’asta favorevoli presenti in passato.
prossimi passi
Il caso è in corso dal 2023 e potrebbe richiedere mesi o anni prima di arrivare a una conclusione definitiva. Le udienze sulle misure correttive inizieranno a settembre e si prevede una decisione entro la fine dell’anno o all’inizio del successivo. Se Google dovesse perdere l’appello contro la sentenza iniziale, potrebbe rivolgersi alla Corte Suprema degli Stati Uniti per ulteriori valutazioni legali.
Aggiuntivamente, Google sta affrontando anche altre cause antitrust riguardanti la sua posizione dominante nella ricerca online. A seconda dell’esito delle varie cause legali pendenti, ci sono possibilità concrete che l’azienda debba vendere parti significative della sua attività pubblicitaria e del browser Chrome, con conseguenze potenzialmente gravi sulla sua operatività futura. Il DOJ sostiene che una ristrutturazione profonda potrebbe favorire una competizione più equa nel mercato, portando così a migliori opzioni per i consumatori.
Sarà cruciale monitorare gli sviluppi futuri poiché potrebbero comportare cambiamenti significativi nei prodotti come Android e Search.
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