Profitti attraenti: apple difende la sua commissione sull’app store

Nel contesto attuale della tecnologia, la capacità di adattamento e agilità rappresentano elementi fondamentali per rimanere competitivi. Apple ha dimostrato di saper affrontare tali sfide, emergendo indenne da situazioni complesse. Attualmente, l’azienda di Cupertino sta intraprendendo un nuovo percorso legale.

Impugnazione della sentenza

Per chi non fosse a conoscenza, il giudice del tribunale distrettuale statunitense Yvonne Gonzales Rogers ha stabilito che Apple dovrebbe interrompere l’addebito di commissioni ai sviluppatori in determinate circostanze. Questa decisione avrebbe potuto comportare una significativa riduzione delle entrate per Apple, che attualmente applica una commissione del 27% sugli acquisti in-app effettuati al di fuori del proprio App Store.

Ad esempio, se un utente scarica un’app come Netflix o Spotify e viene invitato a registrarsi e pagare tramite il proprio sito web anziché attraverso il sistema di pagamento dell’App Store, Apple continuerebbe a ricevere una percentuale su queste transazioni. La questione era molto controversa e sarebbe stata risolta se la sentenza fosse stata confermata.

Apple ha deciso di impugnare questa sentenza. In caso di successo dell’appello, l’azienda potrebbe ottenere un risultato favorevole.

La questione delle commissioni di Apple

Da tempo immemorabile, Apple e altre aziende come Google prelevano una percentuale sulle vendite nei rispettivi app store. Tale percentuale è generalmente intorno al 30%, coprendo sia le vendite delle app che gli acquisti in-app. Questo modello ha suscitato malcontento tra molti sviluppatori, i quali ritenevano che la quota fosse eccessiva. Epic Games, lo sviluppatore dietro Fortnite, ha sollevato forti obiezioni a riguardo.

Quando Fortnite è stato lanciato su mobile, ha generato 300 milioni di dollari nel primo anno; La quota destinata ad Apple e Google significava una perdita di 100 milioni per Epic. Ciò ha portato a una grande causa legale che Epic ha sostanzialmente vinto, costringendo Apple a modificare alcuni aspetti del proprio App Store.

Ad esempio, nell’Unione Europea gli utenti possono ora accedere a store alternativi sui propri iPhone e iPad. Inoltre, Apple è obbligata ad accettare sistemi di pagamento di terze parti.

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