Apple continua a dipendere in larga misura dalla Cina per la produzione e l’approvvigionamento di componenti, nonostante le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. In questo contesto, è stata annunciata una sospensione temporanea delle tariffe doganali sui chip importati dalla Cina, che rappresenta un’importante notizia per l’azienda e il settore tecnologico statunitense.
apple evita le tariffe sui chip cinesi fino al 2027
Contrariamente a ipotesi legate a influenze politiche dirette, la decisione di posticipare l’applicazione delle tariffe riguarda tutte le aziende statunitensi che importano chip dalla Cina, inclusa Apple. Secondo quanto riportato nel registro federale degli Stati Uniti, l’aumento delle tariffe entrerà in vigore solo dal 23 giugno 2027. Ciò significa che per circa diciotto mesi il tasso effettivo delle tariffe sarà pari a zero.
Questa proroga consente ad Apple e ad altre imprese di mantenere i costi attuali sulle importazioni di chip senza dover affrontare aumenti immediati dovuti ai dazi doganali.
tempistica strategica per apple e il settore tecnologico
L’estensione del periodo senza tariffe arriva in un momento cruciale. Apple si affida pesantemente alla catena produttiva cinese per componenti, assemblaggio e produzione finale. Un’imposizione immediata dei dazi avrebbe comportato significativi incrementi di costo che difficilmente sarebbero stati assorbiti dall’azienda senza ripercussioni sul prezzo finale al consumatore.
sostenibilità della supply chain e investimenti negli usa
Il ritardo nell’applicazione delle tariffe offre inoltre alle aziende tempo prezioso per potenziare la capacità produttiva negli Stati Uniti. Alcuni fornitori chiave come Samsung e TSMC hanno già avviato ingenti investimenti per stabilire impianti produttivi sul territorio statunitense, con l’obiettivo di soddisfare la domanda crescente anche dopo la fine della sospensione tariffaria prevista nel 2027.
diversificazione geografica degli approvvigionamenti
Parallelamente agli sforzi per rafforzare la presenza produttiva nazionale, Apple sta diversificando i propri fornitori estendendo gli acquisti anche a Paesi quali India, Brasile e Vietnam. Sebbene le importazioni da queste nazioni siano soggette a tassazioni doganali, tali oneri risultano significativamente inferiori rispetto a quelli applicati sulle merci provenienti dalla Cina.
- TIM COOK: CEO di Apple
- DONALD TRUMP: ex presidente USA coinvolto nelle dinamiche tariffarie
- SAMSUNG: fornitore con investimenti negli USA
- TSMC: altro importante fornitore impegnato nella produzione americana
- CINA: principale Paese di origine dei componenti Apple
- INDIA, BRASILE E VIETNAM: nuovi mercati di approvvigionamento esplorati da Apple
L’eventualità che Stati Uniti e Cina possano rivedere le condizioni tariffarie resta aperta nel medio-lungo termine. Nel frattempo, questa misura consente ad Apple una gestione più agevole dei costi legati all’importazione dei chip provenienti dalla Cina fino al prossimo biennio.












Lascia un commento