La produzione di smartphone rappresenta un processo complesso e strategico per i principali marchi del settore. Sebbene molte aziende si affidino a fornitori esterni per l’assemblaggio, alcune realtà progettano autonomamente i propri dispositivi senza gestire direttamente la produzione. Questo approccio è adottato da colossi come Apple e Google, che pur disegnando internamente sia i telefoni sia i processori, non possiedono stabilimenti produttivi propri.
motivi economici alla base della mancata produzione interna di apple e google
Per la maggior parte dei produttori di smartphone, investire nella costruzione di uno o più stabilimenti non risulta economicamente vantaggioso a causa delle vendite insufficienti su scala globale. Anche se Apple vende molto più rispetto a Google nel mercato mobile, altre variabili complicano la decisione di aprire fabbriche proprie.
Realizzare impianti produttivi al di fuori degli Stati Uniti potrebbe provocare reazioni negative da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni americane, mentre insediarli negli USA comporterebbe costi elevati legati alla manodopera e alle infrastrutture. Ciò si tradurrebbe in prezzi finali più alti o margini ridotti, fattori poco graditi agli azionisti.
- Apple
- Altri brand con volumi limitati
rischi connessi all’autoproduzione degli smartphone
Dal punto di vista della gestione del rischio, concentrare tutta la produzione in un’unica sede espone le aziende a potenziali interruzioni dovute a eventi naturali, scioperi o problemi politici come guerre commerciali. Per questo motivo molti marchi distribuiscono la produzione su diversi stabilimenti sparsi in vari Paesi.
L’affidamento a fornitori specializzati consente inoltre una maggiore flessibilità nel rispondere alle variazioni stagionali della domanda e ai cambiamenti geopolitici, spostando rapidamente l’attività tra diverse strutture senza dover sostenere rischi diretti.
difficoltà e costi nell’allestimento di impianti produttivi dedicati
L’apertura di nuovi siti produttivi richiede ingenti investimenti in terreni, macchinari e personale qualificato. Per aziende come Google con quote limitate nel mercato smartphone questa scelta risulta poco conveniente. Anche per Apple il costo elevato della manodopera negli Stati Uniti rende proibitivo produrre localmente rispetto all’outsourcing in Asia.
I costi stimati per assemblare un singolo iPhone variano dai circa $30 in Cina fino a potenziali $300 negli USA, un divario significativo che scoraggia gli investimenti diretti nella manifattura domestica.
focus strategico sul core business: design e software
Sia Apple che Google privilegiano lo sviluppo interno del design dei prodotti, del software e delle strategie commerciali piuttosto che entrare nel difficile ambito della gestione industriale. La competenza consolidata nei settori chiave permette loro di affidarsi ad aziende specializzate nella produzione come Foxconn.
L’ecosistema manifatturiero cinese offre infrastrutture avanzate grazie alla presenza concentrata di numerosi fornitori locali (Industrial Cluster), facilitando tempi rapidi nelle fasi prototipali e nella fornitura dei componenti necessari.
vantaggi nell’esternalizzazione della produzione per motivazioni reputazionali
I grandi gruppi tecnologici evitano responsabilità dirette sulle condizioni lavorative degli stabilimenti terziari dove vengono assemblati i dispositivi. Controversie legate a sfruttamento del lavoro minorile o condizioni difficili possono così essere attribuite ai partner produttivi anziché al marchio principale.
Tale distacco contribuisce a mitigare danni d’immagine rilevanti che potrebbero influire negativamente sulle vendite globali dei prodotti.











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