EU multa di 140 milioni a X per il bollino blu: le reazioni degli Stati Uniti

La recente sanzione imposta dall’Unione Europea a una delle principali piattaforme social statunitensi ha riacceso il dibattito sulla regolamentazione digitale e la tutela degli utenti online. L’intervento normativo evidenzia le tensioni tra le politiche europee di controllo dei contenuti e l’approccio più liberale adottato dagli Stati Uniti.

sanzione europea da 120 milioni per la piattaforma social x

La Commissione Europea ha inflitto una multa di circa 120 milioni di euro (equivalenti a circa 140 milioni di dollari) alla società proprietaria della piattaforma social X, precedentemente nota come Twitter. La controversia nasce dalla decisione dell’azienda di introdurre un sistema a pagamento per ottenere il badge blu verificato, che secondo Bruxelles risulta ingannevole per gli utenti.

Questa misura rappresenta la prima applicazione significativa del Digital Services Act (DSA), normativa europea volta a garantire maggiore responsabilità alle grandi aziende tecnologiche in materia di sicurezza online e trasparenza sui contenuti. Il sistema di verifica a pagamento consente infatti l’ottenimento del badge senza rigorose procedure d’identificazione, inducendo gli utenti a credere nell’autenticità di account potenzialmente fraudolenti.

violazioni specifiche contestate dalla commissione europea

L’autorità regolatoria sottolinea che tale meccanismo può favorire truffe, impersonificazioni e manipolazioni varie, mettendo a rischio la sicurezza degli utenti. Pur non imponendo obblighi stringenti sulla verifica, il DSA vieta espressamente dichiarazioni false riguardo allo stato di autenticazione degli account.

Oltre al problema del badge blu, la multa riguarda anche:

  • mancata trasparenza sulle inserzioni pubblicitarie;
  • rifiuto nell’offrire accesso ai dati pubblici per attività di ricerca;
  • ostruzione nella tutela dei diritti degli utenti e mancata responsabilizzazione della piattaforma.

critiche americane alla decisione europea: accuse di eccesso regolatorio

L’imposizione della sanzione ha suscitato reazioni decise negli Stati Uniti. Autorità come il presidente della Federal Communications Commission (FCC), Brendan Carr, hanno definito l’intervento europeo un attacco nei confronti di una società tecnologica americana di successo, qualificando la multa come un esempio di sovraregolamentazione.

Carr ha inoltre affermato che l’Europa stia indirettamente “tassando gli americani per sostenere un continente frenato dalle proprie normative restrittive”. Anche il vicepresidente USA JD Vance si è schierato contro la decisione, interpretandola come una forma mascherata di censura.

difficoltà future e possibili sviluppi normativi per x

A seguito della sanzione, X è sotto pressione per adeguare i propri processi alle disposizioni del DSA. In caso contrario, rischia multe periodiche crescenti che potrebbero trasformare questa vicenda in uno scontro prolungato sul futuro della regolamentazione digitale internazionale.

Anche il ruolo delle istituzioni statunitensi potrebbe risultare determinante nelle prossime fasi del confronto tra le due aree geopolitiche.

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