Un’importante sentenza giapponese ha stabilito per la prima volta la responsabilità legale di un fornitore di servizi CDN nel caso di violazioni del diritto d’autore. La controversia coinvolge Cloudflare, accusata da quattro grandi editori manga di aver supportato siti web pirata mediante i propri servizi.
cause legali contro cloudflare per supporto a siti pirata
Nel febbraio 2022, le principali case editrici giapponesi Shueisha, Kodansha, KADOKAWA e Shogakukan hanno avviato una causa presso il Tribunale distrettuale di Tokyo contro Cloudflare. L’accusa riguarda l’erogazione di servizi CDN a due grandi portali online che distribuivano illegalmente oltre 4.000 titoli manga, raggiungendo fino a 300 milioni di visualizzazioni mensili. Nonostante numerose notifiche inviate da parte degli editori fin dal 2020 per richiedere la sospensione del servizio, Cloudflare non ha adottato misure efficaci per bloccare tali contenuti.
decisione storica del tribunale su responsabilità e risarcimenti
Il giudice Aya Takahashi ha riconosciuto che Cloudflare ha consentito ai gestori dei siti pirata di operare in un contesto di elevata anonimizzazione senza alcuna verifica dell’identità. Anche dopo l’emissione di ordini giudiziari statunitensi per la divulgazione delle informazioni sugli utenti, il provider ha mantenuto attivi i servizi. Tale condotta è stata ritenuta come un supporto negligente alla violazione dei diritti d’autore, con conseguente obbligo al risarcimento danni.
I compensi stabiliti ammontano complessivamente a circa500 milioni di yen (circa 25 milioni di HKD), suddivisi tra gli editori:
- Kodansha: 126,5 milioni yen (circa 6,3 milioni HKD)
- Shueisha: 126,5 milioni yen (circa 6,3 milioni HKD)
- Shogakukan: 126,5 milioni yen (circa 6,3 milioni HKD)
- KADOKAWA: 121,4 milioni yen (circa 6 milioni HKD)
posizione contraria e appello annunciato da cloudflare
Cloudflare ha espresso una netta opposizione alla sentenza sottolineando che il proprio ruolo si limita alla trasmissione dati come fornitore CDN e non include la gestione o l’hosting diretto dei contenuti. L’azienda ritiene che questa decisione rappresenti un precedente globale potenzialmente dannoso per la sicurezza e l’efficienza della rete internet.
L’azienda sostiene inoltre che tale pronuncia compromette principi fondamentali quali trasparenza e correttezza procedurale ed ostacola lo sviluppo tecnologico e l’innovazione. È stato comunicato l’intento di presentare ricorso contro il verdetto.
dichiarazioni degli editori sulla rilevanza della sentenza contro le attività pirata online
I rappresentanti legali degli editori hanno rigettato le argomentazioni difensive di Cloudflare evidenziando come la sentenza sia focalizzata sulla responsabilità derivante dalla fornitura intenzionale o negligente di anonimato agli operatori dei siti illegali e sul mancato rispetto delle notifiche relative alle violazioni.
L’accordo congiunto degli editori afferma che questa decisione costituisce un passo fondamentale nella lotta contro lo sfruttamento illecito tramite CDN esteri utilizzati da pirati informatici per diffondere massicciamente contenuti protetti nascondendo le proprie identità.











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