Non mangiare colazione non influisce sulla capacità di pensiero degli adulti secondo uno studio su oltre 3000 persone

Numerosi studi recenti hanno analizzato l’impatto del digiuno intermittente sulle capacità cognitive degli adulti, sfatando convinzioni diffuse riguardo alla necessità di assumere la prima colazione per mantenere le prestazioni cerebrali ottimali. L’analisi combinata di molteplici ricerche offre un quadro dettagliato sull’effetto del digiuno a breve termine sul funzionamento cognitivo.

effetti del digiuno intermittente sulle prestazioni cognitive negli adulti

Un gruppo di ricerca congiunto tra l’Università di Salisburgo e l’Università di Auckland ha esaminato i dati provenienti da 63 studi, comprendenti complessivamente 3.484 partecipanti. L’indagine ha mostrato che il digiuno a breve termine non determina alcuna modifica significativa nelle capacità cognitive rispetto a chi consuma regolarmente pasti. Il confronto tra soggetti in stato di digiuno e quelli che avevano mangiato ha evidenziato una differenza media standardizzata nella performance cognitiva pari a soli 0,02 punti, valore statisticamente trascurabile.

digiuno prolungato e adattamenti metabolici

L’analisi dei dati ha rivelato un fenomeno interessante: all’aumentare della durata del digiuno fino a circa 49 ore, la differenza nelle funzioni cognitive tende ad annullarsi ulteriormente. Questo risultato si spiega con i meccanismi metabolici dell’organismo, che dopo circa 12-16 ore senza cibo iniziano a convertire i grassi in corpi chetonici. Questi ultimi attraversano la barriera emato-encefalica sostituendo il glucosio come fonte energetica principale per il cervello, garantendo così una continuità nell’apporto energetico essenziale per le funzioni mentali.

limiti del digiuno su specifiche categorie e situazioni

Sebbene gli adulti mostrino una stabilità nelle prestazioni cognitive durante brevi periodi di digiuno, due casi particolari meritano attenzione:

  • bambini e adolescenti: in questa fascia d’età si osserva una riduzione più marcata delle capacità cognitive durante il digiuno, suggerendo una maggiore sensibilità del cervello in fase di sviluppo alle variazioni nell’apporto energetico;
  • stimoli alimentari durante il test cognitivo: quando vengono presentate immagini o riferimenti al cibo, le persone in stato di digiuno tendono a distrarsi maggiormente, compromettendo temporaneamente la concentrazione.

digiuno prolungato e declino cognitivo negli anziani

Diversa è la situazione legata all’abitudine cronica di saltare la prima colazione negli anziani: uno studio su oltre cinquemila individui ha associato questa pratica a un aumento del rischio di deterioramento cognitivo nel lungo termine. I partecipanti abitualmente privati della colazione hanno registrato punteggi cognitivi inferiori rispetto ai coetanei con abitudini alimentari regolari, evidenziando come gli effetti negativi siano legati alla continuità nel tempo piuttosto che agli episodi isolati di digiuno.

  • adulto sano con digiuni fino a circa 12 ore: nessuna alterazione significativa delle funzioni cognitive;
  • digiuni prolungati (fino a circa due giorni): compensazione metabolica tramite corpi chetonici;
  • bambini e adolescenti: vulnerabilità maggiore alle carenze energetiche acute;
  • soggetti sottoposti a stimoli alimentari visivi durante il digiuno: distrazione aumentata;
  • anziani con abitudine cronica al salto della colazione: rischio incrementato di declino cognitivo.

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