Negli ultimi anni, il panorama degli smartphone Android ha subito notevoli trasformazioni. Da una semplice alternativa al sistema operativo mobile per vari dispositivi, Android è rapidamente diventato un nome di riferimento in questo settore. Per chi si trova al di fuori dell’ecosistema Apple, Android rappresenta la scelta principale. Questo sistema operativo supporta una vasta gamma di smartphone provenienti da diversi marchi e, grazie alla sua natura open-source, permette a ciascun produttore di personalizzarlo secondo le proprie esigenze.
Il Redmi Note 7 – Un dispositivo leggendario del 2019
Il mercato degli smartphone evolve rapidamente e mantenere il passo può risultare difficile. Mentre alcuni utenti acquistano nuovi telefoni ogni anno, altri sono costretti a utilizzare i propri dispositivi per periodi più lunghi. Il Redmi Note 7, con il suo nome in codice Lavender, è stato presentato nel febbraio 2019 e ha segnato un cambiamento significativo nella linea Redmi Note. Ha abbandonato la vecchia porta micro USB per adottare lo standard USB Type-C e ha introdotto per la prima volta il design con notch a goccia.
- Processore Snapdragon 660
- Fotocamera principale da 48MP
- Display LCD da 6.3 pollici con risoluzione 1080p
- Batteria da 4000mAh con ricarica a 10W
- Design posteriore in vetro
- Varianti colorate con gradienti
Lanciato ufficialmente con MIUI 11 e Android 9, il dispositivo ha ricevuto solo un aggiornamento importante ad Android 10 e MIUI 12, insieme a qualche aggiornamento minore. Questi erano tempi difficili per il supporto software ai telefoni di fascia media.
La storia personale con il Redmi Note 7
A seguito dell’acquisto nel 2020 per un uso domestico, questo dispositivo ha funzionato bene fino a quando non ha iniziato a mostrare segni di rallentamento dopo alcuni anni. Dopo la rottura dello schermo, è stato riposto in un cassetto fino a quando non è stato ritrovato quest’anno. L’intenzione era quella di riportarlo in vita come smartphone secondario.
Preparazione per il futuro: sostituzioni essenziali
Dopo aver reperito uno schermo sostitutivo da un marchio cinese e una nuova batteria da NOHON che garantisce prestazioni ottimali anche nel contesto attuale del mercato degli smartphone, si è proceduto all’installazione di una ROM personalizzata basata su Android 16.
Sblocco del bootloader e installazione della recovery personalizzata
Per installare una custom ROM su un dispositivo più vecchio come questo, è necessario sbloccare il bootloader. Fortunatamente, l’operazione si è rivelata semplice grazie alla comunità attiva intorno al Redmi Note 7.
Installazione della ROM Android 16
Dopo aver installato la recovery personalizzata Orangefox Recovery, sono state testate diverse ROM fino ad arrivare a Mistify. La configurazione finale includeva alcune applicazioni basilari e l’utilizzo quotidiano del dispositivo ha dimostrato che era ancora capace di gestire compiti comuni senza problemi significativi.
L’importanza delle Custom ROMs nel panorama attuale degli smartphone
Sebbene possa sembrare irrilevante per alcuni utenti, questa esperienza evidenzia quanto siano vitali le custom ROMs nella vita dei dispositivi più datati. Nonostante i produttori tendano ad abbandonare gli aggiornamenti software dopo pochi anni dalla vendita dei loro prodotti, esiste una comunità dedicata che lavora incessantemente per mantenere vivo l’hardware obsoleto.
- Crescita delle sfide legate alla certificazione Play Store
- Aumento delle restrizioni imposte ai bootloader dai produttori
- Persistente necessità di innovare nelle soluzioni software alternative
L’esperienza di rivitalizzare un telefono obsoleto
Questa avventura dimostra chiaramente la forza della comunità che cerca soluzioni innovative anche in tempi difficili. Concludendo questa esperienza positiva nell’uso quotidiano del Redmi Note 7 come dispositivo secondario, emerge l’importanza cruciale delle custom ROMs nel prolungare la vita utile dei dispositivi tecnologici.









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