Openai perde 3 dollari per ogni 1 guadagnato: il paradosso da trilioni di dollari

Negli ultimi tempi, il termine “intelligenza artificiale” e l’acronimo “AI” hanno dominato il panorama dell’industria tecnologica. OpenAI si è affermata come pioniera in questo settore, grazie alla sua piattaforma ChatGPT, diventando sinonimo di innovazione nel campo dell’AI. Sorgono interrogativi sulla reale sostenibilità economica di questa azienda. Le recenti analisi finanziarie suggeriscono che OpenAI potrebbe essere lontana dalla redditività e stia affrontando una crisi economica significativa.

OpenAI: un investimento da 1 trilione di dollari

Un’analisi approfondita delle finanze di OpenAI rivela dati preoccupanti. Nel primo semestre del 2025, l’azienda ha generato 4,3 miliardi di dollari di ricavi, ma ha registrato perdite nette pari a 13,5 miliardi di dollari nello stesso periodo. Questo significa che per ogni dollaro guadagnato, ne perde tre. Si stima che le perdite annuali possano raggiungere i 27 miliardi di dollari entro il 2025.

Il CEO Will Lockett ha descritto la situazione come un vero e proprio “buco nero finanziario”, evidenziando che in una normale attività commerciale simili numeri porterebbero a drastiche misure correttive.

Raddoppiare su un presupposto errato

Invece di cambiare strategia, OpenAI ha annunciato piani per investire circa 1,4 trilioni di dollari all’anno in infrastrutture AI fino al 2030. Questa scelta si basa sull’assunto che espandere i modelli porterà a una maggiore redditività.

Le proiezioni indicano costi operativi annuali potenzialmente insostenibili. Entro il 2029, i costi potrebbero superare i 650 miliardi di dollari, mentre gli obiettivi di fatturato sono fissati a soli 125 miliardi di dollari.

I problemi interni: OpenAI contro se stessa

Una critica fondamentale proviene dagli stessi ricercatori dell’azienda riguardo ai “hallucinations”, ovvero la tendenza dei modelli AI a generare informazioni false o inventate. Questo problema rappresenta un ostacolo significativo per le applicazioni commerciali ad alto valore.

Verifica della realtà: tasso di fallimento del 95%

Secondo uno studio del MIT, ben il 95% dei progetti pilota basati su AI non riescono a generare profitti o guadagni produttivi significativi. Anche l’engagement degli utenti sta mostrando segni preoccupanti con rapporti sul calo dell’utilizzo della piattaforma ChatGPT.

Se non profitto, allora cosa?

Le critiche sostengono che la continua spesa sia alimentata da incentivi distorti nel settore tecnologico dove le aziende sono valutate più sulle spese in infrastruttura piuttosto che sulla redditività reale.

Il futuro di OpenAI e la bolla dell’AI

L’obiettivo dichiarato da OpenAI appare irrealistico date le attuali proiezioni finanziarie e l’alto tasso di fallimento dei suoi prodotti principali nelle implementazioni aziendali. Senza cambiamenti rapidi e radicali nella gestione aziendale, la traiettoria attuale potrebbe condurre verso un collasso imminente.

  • Sam Altman – CEO
  • Will Lockett – Analista finanziario
  • Aziende partner: TSMC, Samsung, Intel
  • Membri del team tecnico – Ricercatori OpenAI

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