Il Prime Day di Amazon si è affermato come uno degli eventi di shopping più significativi dell’anno, promettendo ai suoi membri l’accesso esclusivo a sconti notevoli. Un recente ricorso collettivo presentato in un tribunale federale nello stato di Washington solleva interrogativi sulla veridicità delle offerte pubblicizzate durante questa manifestazione. Secondo le accuse, i prezzi stracciati mostrati da Amazon potrebbero essere fuorvianti o addirittura falsi.
Le accuse sul Prime Day di Amazon
Due consumatori, Cathy Armstrong dalla California e Oluwa Fosudo dal Maryland, hanno avviato la causa nel mese di settembre. Essi sostengono che Amazon abbia ingannato attivamente i clienti durante il periodo promozionale di quattro giorni, utilizzando prezzi “fittizi” come base per le sue offerte. In sostanza, il ricorso afferma che Amazon abbia gonfiato i prezzi originali barrati per far apparire gli sconti finali molto più attraenti per i consumatori, sotto pressione a causa della limitata finestra temporale del Prime Day.
L’analisi degli sconti presunti
La denuncia fornisce esempi specifici di queste presunte pratiche ingannevoli. Un caso riguarda un paio di cuffie pubblicizzate con uno sconto del 44% su un prezzo listino di $179.95. Secondo i querelanti, il prezzo reale era oscillato tra $130 e $160. Pertanto, calcolando lo sconto su un prezzo fittizio più alto, Amazon ha reso l’offerta apparentemente vantaggiosa.
Un’altra situazione simile coinvolge un tablet Android per bambini da 8 pollici, venduto al 40% in meno rispetto al prezzo listino di $119.99. Il ricorso evidenzia che nei 90 giorni precedenti alla vendita, il tablet era stato frequentemente offerto tra $50 e $85, con un prezzo medio intorno a $72. Questo suggerisce che l’offerta del Prime Day fosse in realtà il prezzo standard dell’articolo.
Una misura in un contesto più ampio
La causa legale afferma che se Amazon avesse fornito informazioni veritiere sugli sconti, i consumatori avrebbero potuto confrontare i prezzi altrove o attendere una vendita autentica. Attualmente Amazon non ha rilasciato commenti riguardo alla controversia legale in corso; nel frattempo, l’azienda è già sotto scrutinio per le sue pratiche commerciali.
A settembre, Amazon ha accettato di pagare una cifra record di $2.5 miliardi per risolvere reclami federali riguardanti pratiche ingannevoli legate all’iscrizione al programma Prime e complicazioni nel processo di cancellazione dell’abbonamento stesso.
Il ricorso collettivo relativo agli affari del Prime Day rappresenta quindi un ulteriore elemento nella crescente pressione legale su Amazon e solleva interrogativi sulla priorità dell’azienda nella massimizzazione delle vendite rispetto a pratiche trasparenti sui prezzi.
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