Di recente, OpenAI ha comunicato che ChatGPT permetterà agli utenti di utilizzare applicazioni direttamente all’interno delle conversazioni. Questa novità è particolarmente interessante per gli utenti di Spotify, poiché sarà possibile ricevere assistenza da ChatGPT nella creazione di playlist, senza dover abbandonare l’applicazione.
Spotify e ChatGPT per creare playlist
Il procedimento da seguire è piuttosto semplice e diretto. Gli utenti devono collegare il proprio account Spotify a ChatGPT. Successivamente, possono porre domande a ChatGPT come suggerimenti musicali o informazioni su artisti, e persino richiedere la creazione di una playlist personalizzata.
Un aspetto positivo è che Spotify non limita questa funzionalità solo ai suoi abbonati Premium. Secondo quanto dichiarato da Spotify, “gli utenti gratuiti potranno attingere dal catalogo di playlist già disponibili nell’app, come Discover Weekly e New Music Friday. Gli utenti Premium possono richiedere ulteriori elaborazioni delle loro richieste per ottenere una selezione completamente personalizzata di brani.”
Inoltre, non è necessario avere un abbonamento ChatGPT Plus o Pro per sfruttare questa funzione; anche gli utenti con il piano gratuito possono beneficiarne.
Ampliamento dell’uso dell’IA
L’Apps SDK di OpenAI rappresenta un ottimo esempio di integrazione dell’IA nella vita quotidiana e nelle applicazioni utilizzate. Attualmente, i modelli di IA esistono in un contesto isolato. Alcuni modelli come ChatGPT e Claude consentono già collegamenti a servizi esterni come Canva; L’Apps SDK di OpenAI amplia ulteriormente queste possibilità.
Oltre a Spotify, gli utenti possono collegarsi ad altre applicazioni e servizi come Zillow. Ciò consente anche la ricerca di case in vendita o in affitto tramite ChatGPT. Sono supportate anche piattaforme turistiche come Booking.com ed Expedia, oltre a strumenti come Figma.
In sostanza, sembra che ChatGPT aspiri a diventare un punto di riferimento unico per diverse necessità degli utenti. Questo potrebbe generare potenziali disagi per Google, che ha storicamente offerto servizi simili. È evidente che sempre più persone si stanno orientando verso i modelli AI per le loro ricerche e altre esigenze.
Lascia un commento