La recente chiusura del governo degli Stati Uniti sta avendo ripercussioni significative su vari settori, in particolare sull’oversight tecnologico federale. Questa situazione ha portato a un congelamento di importanti casi antitrust contro i colossi della tecnologia. Mentre Apple e Amazon beneficiano temporaneamente di questo stop, altre aziende come Google e Meta non possono dire lo stesso.
Amazon e Apple sospesi dai casi antitrust
L’Federal Trade Commission, responsabile delle principali controversie antitrust, ha ridotto temporaneamente il proprio personale a causa della mancanza di finanziamenti. Di conseguenza, le cause legali contro Apple e Amazon sono ora in attesa, con date dei processi rinviate fino al 2027. Per coloro che sperano in una responsabilizzazione delle grandi aziende tecnologiche, sarà necessario avere pazienza.
Questa situazione rappresenta un vantaggio per Amazon e Apple, che possono continuare le loro operazioni senza interruzioni nel breve termine. La durata della chiusura governativa influenzerà notevolmente l’esito di queste cause: se il finanziamento verrà ripristinato rapidamente, la pausa potrebbe durare solo pochi giorni o settimane; viceversa, se si prolungasse ulteriormente, queste aziende potrebbero operare senza vincoli.
Ma non tutti sono fortunati
Mentre Amazon e Apple traggono beneficio dalla chiusura del governo, Google e Meta devono affrontare le loro sfide legali senza alcuna sospensione. I tribunali hanno respinto le richieste del governo di fermare i procedimenti relativi a queste due aziende.
I processi contro Google riguardano più cause legali che contestano la sua posizione dominante nei mercati della ricerca e della pubblicità digitale. I procuratori federali sostengono che Google abbia mantenuto un monopolio illegale attraverso accordi economici con aziende come Apple per diventare il motore di ricerca predefinito sui loro dispositivi.
D’altro canto, Meta è sotto accusa per comportamenti anticoncorrenziali legati all’acquisizione di Instagram e WhatsApp. Il governo sostiene che tali acquisizioni siano state parte di una strategia deliberata per mantenere il monopolio sociale di Facebook piuttosto che competere con potenziali rivali.
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