La gestione della privacy su dispositivi Android rappresenta una priorità crescente, soprattutto per la protezione delle applicazioni contenenti dati sensibili. La mancanza di un sistema nativo per bloccare singole app ha spinto molti utenti a ricorrere a soluzioni di terze parti, spesso poco affidabili. Recenti sviluppi indicano che Google sta lavorando all’introduzione di una funzionalità integrata di App Lock, prevista per il rilascio con l’aggiornamento Android 17.
android 17: nuova funzione nativa di blocco app
Google sta progettando un sistema nativo chiamato App Lock, concepito per consentire agli utenti di proteggere specifiche applicazioni senza dover utilizzare strumenti esterni o limitarsi alle attuali opzioni come Private Space. Questa nuova funzionalità sarà gestita tramite una API dedicata e permetterà al launcher predefinito del dispositivo di bloccare le app in modo sicuro e integrato nel sistema operativo.
limiti delle soluzioni attuali: private space e app locker esterni
Attualmente, oltre alla modalità Private Space disponibile su alcuni dispositivi, non esiste un metodo nativo efficace per vincolare l’accesso alle singole applicazioni tramite schermate protette o biometria. Private Space isola le app in un profilo utente separato, creando però disagi legati alla fruizione quotidiana:
- Le app non possono essere inserite nella schermata principale;
- L’accesso richiede passaggi complessi attraverso il drawer;
- I dati tra profili sono separati, rendendo difficoltoso lo scambio di file.
D’altra parte, i locker di terze parti presentano vulnerabilità intrinseche: essendo normali applicazioni facilmente disinstallabili o aggirabili e spesso basandosi su permessi invasivi come Device Administrator o Accessibility API, compromettono la sicurezza e la privacy degli utenti.
caratteristiche tecniche dell’app lock integrato
Nell’ultima versione Canary del framework Android è stato individuato codice relativo a una nuova API denominata App Lock. L’accesso a questa funzione è regolamentato dal permesso interno LOCK_APPS, riservato esclusivamente alle app di sistema e al launcher predefinito (assegnatario del ruolo HOME). La gestione avviene tramite intent specifici (SET_APP_LOCK) che permettono al launcher di richiedere il blocco o lo sblocco delle applicazioni selezionate.
L’interfaccia utente proposta include finestre di dialogo che confermano le azioni con messaggi quali:
- “Blocca [Nome App]?”
- “Rimuovi blocco da [Nome App]?”
- Notifiche toast che confermano il successo o il fallimento dell’operazione.
restrizioni e implementazione futura della funzione
L’attivazione dell’App Lock esclude dispositivi come Wear OS, Android Automotive e Android TV ed è limitata all’utente principale evitando profili supervisionati. Il meccanismo effettivo per l’autenticazione dovrebbe sfruttare l’API Biometric Prompt già presente nel sistema operativo, garantendo così un accesso sicuro tramite impronta digitale o PIN/pattern come alternativa.
L’integrazione dell’interfaccia sarà probabilmente demandata agli sviluppatori dei vari launcher; si ipotizza l’introduzione di comandi rapidi nel menu contestuale delle icone delle app per abilitare o disabilitare il blocco in modo semplice ed immediato.
tempistiche previste per il rilascio ufficiale dell’app lock android
La funzione non è ancora attiva nelle build Canary correnti né si prevede venga introdotta nei prossimi aggiornamenti trimestrali previsti per Android 16. Le aspettative indicano un debutto ufficiale con la versione Android 17 programmata per il prossimo anno. Non sono state fornite conferme definitive ma gli indizi trovati nel codice suggeriscono uno sviluppo avanzato della feature.
soglie aperte sulla gestione notifiche nelle app bloccate
Sono ancora da chiarire gli aspetti relativi alla visualizzazione delle notifiche provenienti dalle applicazioni sottoposte ad App Lock: non ci sono evidenze sul fatto che i contenuti verranno oscurati o mostrati integralmente. È plausibile che Google possa implementare meccanismi aggiuntivi prima del lancio definitivo per tutelare ulteriormente la privacy degli utenti durante l’utilizzo della funzione.










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