Le conseguenze del disturbo post-traumatico da stress (PTSD) si manifestano non solo a livello psicologico ma anche attraverso danni cerebrali misurabili. Studi recenti condotti dall’Icahn School of Medicine al Mount Sinai, focalizzati sui soccorritori degli attentati dell’11 settembre, hanno evidenziato come il PTSD possa accelerare l’invecchiamento cerebrale, sottolineando l’importanza di interventi precoci per la tutela della salute neurologica.
ptsd e invecchiamento cerebrale: evidenze scientifiche
L’analisi effettuata tramite un modello di intelligenza artificiale avanzato, BrainAgeNeXt, addestrato su oltre 11.000 risonanze magnetiche, ha dimostrato che i soggetti affetti da PTSD presentano un’età cerebrale superiore rispetto a quella anagrafica reale. Questo fenomeno indica un’accelerazione nel processo di invecchiamento del cervello associata al trauma subito.
Azzurra Invernizzi, prima autrice dello studio, ha sottolineato come tali risultati contribuiscano a una maggiore comprensione delle alterazioni neurobiologiche indotte dal trauma e supportino lo sviluppo di strategie preventive mirate a proteggere la struttura cerebrale prima che si verifichino danni irreversibili.
Un’indagine del 2024 su oltre 34.000 soccorritori ha rilevato che la prevalenza di PTSD in questo gruppo raggiunge il 10%, significativamente più alta rispetto alla media generale del 6,8%. Oltre ai disturbi psichici, i pazienti con PTSD mostrano anche una maggiore incidenza di problemi respiratori e cefalee, confermando l’impatto esteso sulla salute complessiva.
monitoraggio continuo per prevenire il declino cognitivo
Megan K. Horton, autore senior della ricerca, ha evidenziato come gli effetti del trauma possano persistere per decenni dopo l’evento iniziale. L’impiego di tecniche neuroimaging sofisticate consente di osservare le modifiche strutturali e funzionali indotte dallo stress cronico e dal PTSD sul cervello.
L’identificazione dell’età cerebrale come nuovo biomarcatore rappresenta uno strumento prezioso per i professionisti sanitari al fine di monitorare lo stato neurologico dei pazienti con PTSD e intervenire tempestivamente prima dell’insorgenza di deficit cognitivi gravi.
integrazione tra assistenza psicologica e neurologica
Michael A. Crane, direttore medico del programma sanitario dedicato ai soccorritori del World Trade Center presso Mount Sinai, ha dichiarato che questa ricerca riflette l’impegno nell’utilizzo delle neuroscienze e delle tecnologie computazionali avanzate per approfondire le conseguenze a lungo termine del trauma.
I risultati ottenuti pongono l’accento sull’esigenza di implementare programmi continui di monitoraggio e supporto integrati che comprendano sia la sfera mentale sia quella neurologica dei pazienti affetti da PTSD. Tale approccio mira a garantire cure più complete ed efficaci per coloro che hanno subito traumi significativi.
- Azzurra Invernizzi, prima autrice dello studio
- Megan K. Horton, autore senior della ricerca
- Michael A. Crane, direttore medico del programma sanitario Mount Sinai WTC Health Program
- Soccorritori degli attentati dell’11 settembre, popolazione oggetto dello studio








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