Russia rischia di perdere la capacità di lanci spaziali umani a causa del crollo del cosmodromo di baikonur

Un evento critico ha segnato la storia recente delle missioni spaziali russe, con il collasso di una struttura fondamentale presso il cosmodromo di Baikonur durante il lancio della navicella Soyuz MS-28. Questo incidente compromette significativamente la capacità della Russia di effettuare voli spaziali umani, aprendo scenari complessi per il futuro del programma spaziale nazionale.

collasso del servizio al cosmodromo di baikonur durante il lancio soyuz ms-28

Il 27 novembre, la navicella Soyuz MS-28 è stata lanciata con successo verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dal sito 31 del cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. A bordo si trovavano due astronauti russi e un astronauta della NASA, Christopher Williams. Durante il decollo, però, si è verificato un grave danno alla torre di servizio: i gas di scarico del primo stadio del razzo Soyuz 2.1a hanno causato lo strappo strutturale della piattaforma, provocando il crollo dell’edificio sotto la rampa e la sua caduta nel canale di deflusso dei gas.

danni alle infrastrutture e impatto sulla capacità di lancio russa

L’agenzia spaziale russa Roscosmos ha confermato che diversi componenti della piattaforma sono stati danneggiati e sta valutando l’entità dei guasti per pianificare gli interventi necessari. Nonostante siano disponibili pezzi di ricambio essenziali per le riparazioni, gli esperti stimano che i lavori potrebbero richiedere fino a due anni prima che la struttura sia nuovamente operativa. Questa situazione determina un’interruzione senza precedenti nella capacità russa di effettuare lanci con equipaggio umano dal 1961 ad oggi.

  • Georgy Trishkin – analista dei lanci missilistici
  • Vitaly Yegorov – esperto spaziale
  • Astronauta NASA Christopher Williams (equipaggio Soyuz MS-28)

limitazioni alternative e dipendenza da soluzioni esterne per i voli umani

Baikonur rappresenta uno dei centri più attivi al mondo per i lanci spaziali, utilizzato non solo per missioni con equipaggio ma anche per satelliti geosincroni russi. La modernizzazione prevista della piattaforma Gagarin come alternativa è stata bloccata a seguito del ritiro degli Emirati Arabi Uniti dal progetto dopo le tensioni geopolitiche legate all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Attualmente, quindi, la Russia dipende principalmente dalla navicella Crew Dragon sviluppata da SpaceX negli Stati Uniti per garantire i collegamenti umani con l’ISS fino almeno al 2030.

  • Piattaforma Gagarin (progetto sospeso)
  • Crew Dragon – veicolo commerciale statunitense supportato dalla NASA
  • Missioni Soyuz e Progress – sospese indefinitamente

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