Recentemente, Tesla ha richiesto ai propri fornitori di interrompere l’utilizzo di componenti prodotti in Cina nelle linee di produzione statunitensi. L’obiettivo è completare una transizione verso l’impiego di pezzi provenienti da altri paesi entro uno o due anni.
strategia di approvvigionamento in nord america
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Tesla ha già iniziato a sostituire alcuni componenti cinesi, indirizzando le proprie forniture verso aree al di fuori della Cina. Fonti interne indicano che la decisione è stata accelerata dall’imposizione di tariffe elevate sui beni importati dalla Cina durante la presidenza Trump, costringendo Tesla a rivedere la propria strategia per ridurre la dipendenza dai pezzi cinesi. La direzione dell’azienda sta affrontando le sfide legate all’incertezza creata dalle fluttuazioni tariffarie nel contesto della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Inoltre, recenti conflitti tra Cina e Paesi Bassi hanno causato interruzioni nella fornitura di chip per automobili, spingendo Tesla a discutere internamente sull’urgenza di diversificare ulteriormente le proprie catene di approvvigionamento. Nonostante gli sforzi per trovare nuovi fornitori non cinesi, permangono difficoltà nella fornitura di componenti come le batterie al litio-ferro-fosfato.
diminuzione delle vendite nel mercato cinese
Lo stabilimento Tesla situato a Shanghai rappresenta il più grande impianto produttivo dell’azienda a livello globale, responsabile della produzione dei modelli Model 3 e Model Y. Dati provenienti dall’associazione automobilistica cinese indicano che nel mese di ottobre le vendite delle auto elettriche Tesla in Cina hanno registrato un calo del 9.9% rispetto all’anno precedente, con un totale di 61.497 veicoli venduti, invertendo così il trend positivo del settembre scorso (+2.8%). La produzione dello stabilimento ha subito una flessione significativa del 32.3% rispetto al mese precedente.
trasferimenti nella catena di fornitura del settore automobilistico
L’industria automobilistica statunitense sta riconsiderando il proprio grado di dipendenza dai componenti e dalle materie prime cinesi. General Motors ha recentemente inviato comunicazioni simili a migliaia di fornitori, chiedendo loro di ritirarsi dalla catena produttiva cinese entro il 2027. I dirigenti della GM hanno avviato discussioni con i fornitori già alla fine del 2024; L’intensificarsi della guerra commerciale nel 2025 ha reso questa operazione ancora più urgente.
GM ha dichiarato che questa iniziativa fa parte di una strategia più ampia volta ad aumentare la “resilienza” della catena logistica, incoraggiando i fornitori a cercare alternative ai materiali e ai componenti provenienti dalla Cina con l’obiettivo finale di eliminare completamente tale dipendenza. Anche Stellantis ha annunciato misure simili quest’anno per evitare l’impatto delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump.













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