Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale generativa e i modelli di linguaggio di grandi dimensioni hanno guadagnato una crescente popolarità, con oltre 800 milioni di utenti attivi settimanali che utilizzano strumenti come ChatGPT. Questo fenomeno ha sollevato interrogativi nel mondo scientifico riguardo all’impatto di tali strumenti sulle funzioni cognitive umane. Recentemente, un’indagine condotta dal MIT Media Lab ha evidenziato come l’uso frequente di ChatGPT possa alterare i modelli cognitivi, influenzando negativamente la memoria e la creatività degli individui.
ricerca del MIT: diminuzione dell’attività cerebrale
Lo studio, guidato dalla ricercatrice francese Nataliya Kosmyna, ha coinvolto 54 partecipanti di età compresa tra 18 e 39 anni, provenienti da istituzioni prestigiose come il MIT, Harvard e Wellesley College. Utilizzando dispositivi per il monitoraggio delle onde cerebrali attraverso la Dynamic Direct Transfer Function (dDTF), il team ha analizzato il flusso informativo tra diverse aree del cervello. I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: uno che scriveva solo mentalmente, uno che utilizzava Google per le ricerche e uno che impiegava ChatGPT. I risultati hanno mostrato che gli utenti di ChatGPT presentavano il livello più basso di coinvolgimento cerebrale, con prestazioni inferiori in termini neurologici, linguistici e comportamentali.
cognizione indebitata e declino della memoria
È emerso che gli utenti di ChatGPT completavano i loro scritti con una velocità superiore del 60%, ma a costo di un calo del 32% nel carico cognitivo associato. Le misurazioni elettroencefalografiche indicano una quasi riduzione della metà nella connettività cerebrale; addirittura l’83% degli utenti non riusciva a ricordare i passaggi appena scritti. Quando è stato chiesto loro di riscrivere gli articoli senza utilizzare assistenti AI, si è notata una scarsa memoria degli stessi testi.
teorie sul cervello sinistro e destro sotto esame
L’interesse per l’impatto dell’AI sulla funzione cerebrale ha riacceso il dibattito sulla tradizionale teoria dei lati del cervello: logica nel sinistro e creatività nel destro. Alcuni esperti sostengono che l’uso intensivo dell’intelligenza artificiale stia rafforzando le capacità del lato sinistro mentre indebolisce quelle creative del lato destro. Studi recenti hanno smentito questa visione dicotomica.
l’importanza dell’apprendimento attivo rispetto alla dipendenza passiva
I risultati dello studio indicano anche come l’approccio all’uso dell’intelligenza artificiale influisca sulle capacità cognitive. Utilizzare AI per approfondire discussioni può migliorare l’apprendimento; al contrario, cercare risposte dirette compromette la qualità dell’apprendimento stesso. L’indagine mette in luce la distinzione cruciale tra un uso attivo dell’AI come estensione delle capacità cognitive umane rispetto a una dipendenza passiva da essa.
- Nataliya Kosmyna – Ricercatrice principale
- Membri del team MIT Media Lab
- Partecipanti allo studio (54 volontari)
- Evidenze neuroscientifiche sui modelli cognitivi
- Dottor Jeff Anderson – Esperto in neuroscienze
L’eccesso nell’utilizzo degli strumenti AI potrebbe avere conseguenze significative sulla comprensione e sul pensiero critico degli individui.














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