origine del nome “nano banana”
Il soprannome “Nano Banana” ha suscitato curiosità e interesse, specialmente dopo la sua diffusione virale. Secondo quanto dichiarato dal team di Google, il nome è nato come un semplice placeholder utilizzato da un Product Manager durante l’invio anonimo del modello.
la nascita del soprannome
Nel corso di una puntata del podcast Made by Google, David Sharon, responsabile del prodotto, ha rivelato che il nome ufficiale del modello è Gemini 2.5 Flash Image. Quando Nina, un Product Manager, lo ha presentato in forma anonima sul sito di benchmark LM Arena per consentire agli utenti di testarlo, ha dovuto utilizzare un’etichetta temporanea. Alle 2:30 del mattino le venne in mente “Nano Banana”, un nome giocoso che è rapidamente diventato popolare tra gli utenti.
l’adozione del soprannome da parte di google
Dopo che il termine si è diffuso nel web, Google ha deciso di adottarlo ufficialmente. Inoltre, sono stati inseriti iconcine a forma di banana nell’app Gemini per indicare dove si trova questa funzione innovativa.
innovazioni e funzionalità di gemini
Oltre al branding accattivante, Sharon ha sottolineato l’importanza della capacità del modello di replicare volti familiari in modo realistico. Questo aspetto rappresenta uno dei motivi principali per cui il modello ha riscosso tanto successo.
tendenze emergenti e sicurezza
Sharon ha anche menzionato alcune tendenze iniziali che hanno preso piede a livello globale. Tra queste si evidenziano:
- il prompt “figurine” con 90 parole originario dalla Thailandia
- compositi in stile Polaroid
- il restauro di vecchie foto familiari
A livello di sicurezza nella generazione delle immagini AI, le creazioni provenienti da Gemini includono un watermark visibile e un marchio invisibile chiamato SynthID.
suggerimenti per l’utilizzo di nano banana
Per coloro che desiderano provare “Nano Banana” per la prima volta, Sharon consiglia di iniziare con semplici progetti all’interno dell’app Gemini. Sono disponibili modelli predefiniti come il viral prompt figurina: basta caricare una foto e vedere la trasformazione. Da lì è possibile continuare a sperimentare con nuovi outfit, location o epoche diverse.









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