Il caso di Hiroya Yokoi ha suscitato notevole attenzione in Giappone, rappresentando un’importante questione legale riguardante l’uso della tecnologia AI per la creazione di contenuti inappropriati. Arrestato il 15 ottobre 2025 dalla polizia metropolitana di Tokyo, Yokoi è accusato di aver prodotto e commercializzato immagini pornografiche deepfake di celebrità, segnando così una delle prime azioni legali in questo ambito nel paese.
vendita di oltre 20.000 immagini false
Tra ottobre 2024 e settembre 2025, Hiroya Yokoi ha distribuito circa 20.000 immagini sessualmente esplicite che coinvolgono 262 donne, tra cui attrici e icone della musica J-pop. Le sue operazioni hanno generato profitti stimati attorno ai 1,2 milioni di yen (circa 60.000 HKD). Per monetizzare il suo lavoro, ha creato un servizio in abbonamento con tariffe variabili da 1 a 100 dollari, consentendo agli utenti paganti di richiedere immagini personalizzate con specifiche celebrità e pose. Oltre 50 persone hanno aderito a questo servizio.
La polizia ha confermato che Yokoi non possedeva alcuna formazione professionale nel campo IT o dell’intelligenza artificiale; si era infatti autodidatta attraverso risorse online. È stato arrestato con l’accusa di violazione delle leggi giapponesi riguardanti la diffusione di materiale osceno, rischiando fino a 2 anni di carcere o una multa fino a 2,5 milioni di yen (circa 125.000 HKD).
assenza di normative specifiche sul deepfake in giappone
Questo caso mette in evidenza le lacune legislative relative all’uso della tecnologia AI nella produzione di contenuti visivi. Attualmente, il Giappone non dispone di leggi specifiche contro i contenuti pornografici deepfake; le autorità possono solo applicare norme esistenti contro la diffusione di materiale osceno. Sebbene sia stata approvata la legge del maggio 2025 per promuovere lo sviluppo dell’AI, essa non prevede sanzioni adeguate per affrontare abusi come quelli emersi nel caso Yokoi.
aumento globale dei crimini deepfake
Le statistiche indicano un aumento significativo dei casi relativi al deepfake a livello mondiale. Nel primo trimestre del 2025 sono stati registrati ben 179 eventi, superando i 150 eventi del totale del 2024, con particolare riferimento ai contenuti pornografici che sono saliti a 53 casi, rispetto ai soli 26 dell’anno precedente. Inoltre, le frodi digitali correlate al deepfake hanno mostrato un incremento annuale impressionante del 3.000%, con il Nord America che ha visto un aumento del 1.740%.
Esperti avvertono che la facilità d’uso delle tecnologie AI consente anche a chi non possiede competenze tecniche avanzate di creare contenuti altamente realistici e ingannevoli. Solo nel 2023, il National Center for Missing and Exploited Children (NCMEC) degli Stati Uniti ha ricevuto oltre 4.700 segnalazioni relative alla generazione automatica di contenuti pedopornografici tramite AI.
ospiti coinvolti nel caso
- Hiroya Yokoi – Arrestato per produzione e vendita di deepfake
- Polemica sulle normative giapponesi riguardo alla pornografia digitale
- Società tecnologiche coinvolte nello sviluppo dell’AI
- Agenzie investigative internazionali monitoranti i crimini digitali
![]()














Lascia un commento