Giant tecnologici chiedono divieto globale sull’IA superintelligente

La crescente diffusione dell’intelligenza artificiale (AI) ha generato un ampio dibattito riguardo ai suoi effetti sulla società. Sebbene l’AI offra numerosi vantaggi e innovazioni, ci sono preoccupazioni significative che hanno portato oltre 800 figure pubbliche a richiedere il divieto dello sviluppo della superintelligenza AI.

Chiamata al divieto sulla superintelligenza AI

Secondo un rapporto de Il Financial Times, più di 800 figure pubbliche, tra cui scienziati dell’AI, ex leader militari e CEO, hanno firmato una dichiarazione che chiede la proibizione dei lavori che potrebbero condurre alla creazione di una superintelligenza. La dichiarazione sottolinea: “Richiediamo una proibizione sullo sviluppo della superintelligenza, da non revocare prima che ci sia un ampio consenso scientifico che attesti la sua realizzabilità in modo sicuro e controllabile, e un forte sostegno pubblico.”

Il direttore esecutivo del Future of Life Institute, Anthony Aguirre, ha affermato a NBC News: “A un certo livello, questo percorso è stato scelto per noi dalle aziende di AI e dai fondatori insieme al sistema economico che le guida, ma nessuno ha realmente chiesto quasi a nessun altro: ‘È questo ciò che vogliamo?’

Preoccupazioni giustificate

Sebbene l’AI rappresenti una tecnologia straordinaria, sono emerse molte preoccupazioni. Tra le questioni sollevate nella recente dichiarazione vi sono temi come “l’obsolescenza economica umana e la disempowerment, perdite di libertà, diritti civili, dignità e controllo; rischi per la sicurezza nazionale e persino potenziale estinzione umana.

I timori non sono infondati. Uno studio recente del MIT ha suggerito che l’eccessiva dipendenza dall’AI può portare a quello che i ricercatori definiscono “debito cognitivo”, ovvero maggiore è la nostra dipendenza dall’AI, più si indebolisce la nostra mente.

Inoltre, è fondamentale considerare l’impatto sociale dell’AI; tecnologie come i deepfake possono causare notevoli problemi. Infine, non si può ignorare l’impatto ambientale dell’AI: la quantità di energia necessaria per elaborare tutti questi comandi è enorme.

Prima di diventare CEO di OpenAI, Sam Altman aveva già messo in guardia riguardo alla superintelligenza. In un suo post sul blog ha scritto: “Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale superiore all’uomo (SMI) rappresenta probabilmente la maggiore minaccia per la continuazione dell’esistenza umana. Ironico, vero?”

  • Steve Wozniak
  • Prince Harry
  • Anthon Aguirre (Future of Life Institute)
  • Sam Altman (OpenAI)
  • Ecc.

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