La Commissione Europea sta valutando l’introduzione di requisiti specifici per le aziende cinesi che desiderano operare in Europa. Tali condizioni includerebbero la necessità di trasferire tecnologie o costituire joint venture, con l’obiettivo di garantire un trattamento paritario rispetto alle richieste cinesi nei confronti delle imprese europee. Durante una riunione dei ministri del commercio tenutasi il 14 ottobre a Copenaghen, il ministro degli esteri danese, Lars Lokke Rasmussen, ha affermato che l’Unione Europea dovrebbe apprendere dagli Stati Uniti e dalla Cina nell’impostare tali requisiti.
settore delle batterie automobilistiche sotto osservazione
Fonti informate indicano che la proposta riguarderebbe principalmente i produttori di automobili e batterie, imponendo alle aziende cinesi di utilizzare un certo numero di prodotti dell’UE o di assumere lavoratori locali, oppure di creare joint venture. Queste regole potrebbero essere incluse nella prossima legge europea denominata “Industrial Accelerator Act”, prevista per novembre, sebbene la Commissione Europea abbia sottolineato che i dettagli finali sono ancora da definire.
Negli ultimi anni, diverse aziende cinesi nel settore dei veicoli elettrici e delle batterie, come CATL, BYD, Gotion e Sunwoda, hanno investito massicciamente in Europa, soprattutto nei paesi dell’Est europeo. Questi progetti orientati all’esportazione hanno sollevato preoccupazioni nell’Unione Europea riguardo al rischio di fuga tecnologica e alla competitività industriale.
principio di reciprocità enfatizzato dall’unione europea
Maros Sefcovic, commissario europeo per il commercio, ha dichiarato dopo la riunione che l’approccio dell’Europa verso gli investimenti cinesi dovrebbe rispecchiare quello della Cina nei confronti degli investimenti europei. L’Unione Europea accoglie favorevolmente gli investimenti esteri ma richiede che siano “investimenti reali”, cioè capaci di generare posti di lavoro in Europa e apportare valore attraverso il trasferimento di tecnologie e diritti di proprietà intellettuale. Questo approccio è simile a quello adottato dalle aziende europee quando investono in Cina.
L’Unione Europea ha a lungo criticato la Cina per le sue pratiche commerciali restrittive, come l’obbligo per le aziende straniere di formare joint venture e trasferire tecnologia come condizione per entrare nel mercato. Nel 2018, l’UE aveva già presentato una richiesta al WTO riguardo a queste misure cinesi ritenute dannose per la protezione della proprietà intellettuale delle imprese straniere.
cambiamento nella posizione della danimarca
Nella sua visita in Cina lo scorso maggio, il ministro Rasmussen aveva manifestato un atteggiamento aperto verso gli investimenti cinesi. Ora propone requisiti sul trasferimento tecnologico, segnalando un cambio significativo nella politica commerciale dell’Unione Europea nei confronti della Cina.
Attualmente presieduta dalla Danimarca, l’Unione Europea gioca un ruolo cruciale su questo tema; l’inclusione ufficiale della proposta nelle legislazioni future avrà ripercussioni sulle strategie d’investimento delle aziende cinesi in Europa.
- Lars Lokke Rasmussen – Ministro degli Esteri danese
- Maros Sefcovic – Commissario Europeo per il Commercio
- Cina: CATL
- Cina: BYD
- Cina: Gotion
- Cina: Sunwoda
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