AI genera disinformazione e crea un ciclo pericoloso per l’ecosistema informativo online

La diffusione delle informazioni false generate dall’intelligenza artificiale rappresenta una crescente minaccia per l’ecosistema informativo online. Recentemente, il canale educativo YouTube Kurzgesagt ha pubblicato un video che mette in luce come i contenuti creati mediante AI stiano contaminando il patrimonio di conoscenze umane, avvertendo del rischio di un collasso irreversibile della rete.

dimensione della disinformazione generata dall’AI

Attualmente, circa la metà del traffico internet proviene da bot, utilizzati prevalentemente per scopi distruttivi. Entro il 2025, sono stati identificati oltre 1.200 siti web e portali che diffondono notizie false e storie ingannevoli generate dall’AI. Questi siti utilizzano nomi generici come iBusiness Day, Ireland Top News e Daily Time Update, inducendo gli utenti a credere che si tratti di fonti giornalistiche affidabili.

Anche Google Discover è stato osservato nel promuovere siti web di fake news create tramite AI. Un’inchiesta condotta dal media francese Next ha rivelato l’esistenza di oltre 4.000 di tali siti, molti dei quali sono stati creati esclusivamente per generare entrate pubblicitarie.

esperienza pratica di kurzgesagt

Il team di Kurzgesagt ha testato strumenti di ricerca basati su AI per creare contenuti e ha scoperto che circa l’80% delle informazioni conteneva collegamenti a fonti ritenute affidabili, mentre il restante 20% risultava privo di referenze verificabili. Ulteriori indagini sulle cosiddette “fonti affidabili” hanno mostrato che alcune notizie erano state prodotte da AI; infatti, un’analisi con strumenti specifici ha evidenziato un tasso di corrispondenza del 72%. Ciò implica che le notizie non verificate venivano ripubblicate come se fossero dati confermati.

Una particolare video analisi riguardante le nane brune conteneva informazioni etichettate dal team come inaffidabili o inventate. Quando un altro sistema AI effettuava la stessa ricerca, trovava questo video popolare, contribuendo così alla diffusione errata delle informazioni considerate “fatti”.

inquinamento accademico da intelligenza artificiale

Un’analisi linguistica su milioni di articoli scientifici ha rivelato un incremento significativo nell’uso di termini associati all’intelligenza artificiale dopo l’emergere dei modelli linguistici avanzati (LLM). Questo suggerisce che molte pubblicazioni siano state redatte con assistenza dell’AI senza indicazioni chiare al riguardo.

I fenomeni legati alle illusioni generate dall’AI destano preoccupazione: queste possono essere classificate in interne ed esterne. Le prime producono output contraddittori rispetto ai dati originali; le seconde forniscono contenuti non verificabili rispetto alle fonti d’origine. Tali illusioni derivano dalle caratteristiche probabilistiche dei modelli e dalle debolezze intrinseche degli stessi.

minacce ai creatori di contenuti

Kurzgesagt sottolinea che se contenuti scadenti e a basso costo dovessero dominare l’attenzione degli utenti, la sostenibilità per canali simili al loro diventerebbe compromessa. La produzione di ciascun video richiede circa 100 ore dedicate alla verifica dei fatti e alla raccolta delle fonti; questa fase coinvolge generalmente due o tre persone impegnate nella verifica approfondita dei dati e successivamente diversi esperti forniscono feedback critici.

Il team si impegna a continuare a produrre contenuti manualmente, limitando l’utilizzo dell’AI a strumenti ausiliari simili agli strumenti di allineamento in Adobe Illustrator. Essi dichiarano preferire interrompere la creazione piuttosto che realizzare materiali generati automaticamente privi della necessaria qualità e invitano gli spettatori a supportare i contenuti realizzati da esseri umani.

Ospiti presenti:
  • Kurzgesagt Team

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