Il rapido sviluppo delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale sta portando a risultati sorprendenti, ma solleva anche interrogativi etici e pratici. La recente applicazione OpenAI Sora, che ha raggiunto un milione di download in meno di cinque giorni, rappresenta un esempio significativo di queste dinamiche. Tale app offre strumenti per la creazione di video generati dall’intelligenza artificiale, evidenziando sia il potenziale creativo sia i rischi associati.
OpenAI Sora: un successo fulminante
Bill Peebles, responsabile del progetto Sora presso OpenAI, ha celebrato questo traguardo attraverso un post su X. In esso si sottolinea come l’app abbia superato ChatGPT in termini di velocità di adozione, nonostante sia attualmente disponibile solo su invito e limitata agli utenti negli Stati Uniti e in Canada. Questo successo è notevole considerando le restrizioni d’accesso.
Per chi non ne fosse a conoscenza, OpenAI ha recentemente presentato Sora 2, una piattaforma innovativa per la generazione video tramite intelligenza artificiale. Gli utenti possono creare brevi clip video a partire da prompt testuali utilizzando il modello avanzato Sora 2, capace di produrre contenuti realistici e stilizzati.
- Video generati da testo
- Contenuti cinematografici e anime
- Funzione sociale “cameo”
Il problema dei deepfake
Sebbene la tecnologia alla base di Sora sia impressionante, essa suscita preoccupazioni significative riguardo ai deepfake e alla diffusione di informazioni errate. I video generati dall’intelligenza artificiale stanno diventando sempre più convincenti, facilitando la creazione di contenuti falsi difficili da distinguere dalla realtà. Questa tecnologia può essere sfruttata per frodi o molestie.
Sora ha affrontato critiche dopo che gli utenti hanno creato video con personaggi protetti da copyright come quelli presenti in “SpongeBob SquarePants” e “Rick and Morty”. Sebbene tali produzioni possano sembrare divertenti, evidenziano il potenziale abuso della piattaforma. In risposta alle preoccupazioni emerse, il CEO di OpenAI Sam Altman ha promesso controlli sui diritti d’autore più rigorosi e possibilità di condivisione dei ricavi con i detentori dei diritti.
- Rischio di frodi
- Diffusione di informazioni false
- Critiche per uso improprio dei diritti d’autore
L’attuale popolarità dell’app suggerisce che ci si possa attendere un aumento nell’utilizzo delle sue funzionalità man mano che diventerà accessibile a un pubblico più vasto.
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