Il recente dibattito riguardante la produzione di semiconduttori ha visto Taiwan esprimere una netta opposizione a una proposta avanzata da un alto funzionario statunitense. Questa iniziativa mirava a ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dall’isola per le forniture di chip, suggerendo una divisione equa della produzione globale tra i due paesi.
Rifiuto della proposta statunitense
Il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha presentato l’idea in un’intervista, proponendo di passare dal 95% di dipendenza attuale degli USA dai semiconduttori prodotti a Taiwan a una ripartizione 50-50. Lutnick ha sostenuto che gli Stati Uniti devono aumentare significativamente la propria capacità produttiva interna di chip e che una catena di approvvigionamento più equilibrata potrebbe garantire maggiore sicurezza per entrambe le nazioni.
Discussione sui dazi commerciali
La Vicepremier taiwanese e principale negoziatrice commerciale, Cheng Li-chiun, ha prontamente smentito tale narrativa al ritorno da recenti colloqui commerciali negli USA. Ha dichiarato pubblicamente che l’accordo sulla produzione “50-50” non è stato affatto discusso durante le trattative.
I colloqui si sono invece concentrati su questioni consolidate, in particolare sulla riduzione delle tariffe e sull’ottenimento di esenzioni da ulteriori oneri doganali sulle esportazioni taiwanesi verso gli Stati Uniti. Questa precisazione distingue nettamente il discorso politico statunitense dalle priorità commerciali immediate dei due partner.
Reazioni politiche al “Silicon Shield”
La proposta di trasferire parte della produzione ha suscitato forti critiche tra i leader politici taiwanesi. Il presidente del Kuomintang (KMT), Eric Chu, ha condannato l’idea definendola “un atto di sfruttamento e saccheggio”. Ha sottolineato che “nessuno può svendere Taiwan o TSMC,” attualmente leader mondiale nella produzione avanzata di chip.
Questa difesa energica è legata alla concezione diffusa del “Silicon Shield”, secondo cui il ruolo cruciale di Taiwan nell’economia globale, specialmente nei semiconduttori, dissuade potenziali conflitti militari con la Cina continentale. Altri leader politici hanno espresso preoccupazione sul fatto che la proposta possa rappresentare un tentativo di indebolire le fondamenta del settore tecnologico taiwanese.
- Howard Lutnick – Segretario al Commercio degli Stati Uniti
- Cheng Li-chiun – Vicepremier taiwanese
- Eric Chu – Presidente del Kuomintang (KMT)
Mentre gli Stati Uniti cercano di costruire una catena di approvvigionamento domestica più resiliente, Taiwan rimane concentrata sulla preservazione della propria dominanza tecnologica e sull’assicurazione di termini commerciali equi. Il rifiuto della ripartizione “50-50” assicura che l’industria dei semiconduttori dell’isola rimanga saldamente radicata nel proprio territorio nel prossimo futuro.
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