Google chiede supporto alla Corte Suprema nel caso Epic

La battaglia legale tra Google ed Epic Games si avvicina a una fase cruciale, in cui l’azienda californiana deve convincere i tribunali a prendere una decisione favorevole o affrontare le conseguenze della vittoria attuale di Epic. In questo contesto, Google sta cercando di coinvolgere la Corte Suprema per tutelarsi da un verdetto che potrebbe compromettere il suo predominio sul Play Store e sull’ecosistema delle app Android.

Google chiede l’intervento della Corte Suprema

Recentemente, Google ha presentato richiesta alla Corte Suprema affinché intervenga e “salvi” l’azienda dalla sentenza di Epic, la quale accusa Google di esercitare un monopolio attraverso il Play Store. I tribunali hanno confermato questa accusa, classificando il Play Store come un monopolio e imponendo modifiche che dovranno essere attuate entro ottobre, a meno che Google non riesca a ottenere un rinvio dell’inibizione prevista dal verdetto.

Appello e inibizioni

Google intende fare appello presso la Corte Suprema riguardo alla sentenza emessa da Epic, ma prima richiede al 9° Circuito del Tribunale Distrettuale di sospendere nuovamente l’inibizione. Questa potrebbe essere l’ultima possibilità per Google; non essendo possibile elevare ulteriormente il ricorso oltre la Corte Suprema, se quest’ultima dovesse confermare il verdetto iniziale, Google sarà obbligata ad apportare le modifiche richieste.

Modifiche obbligatorie richieste

Le modifiche imposte includono diverse disposizioni significative:

  • Consentire agli sviluppatori di utilizzare qualsiasi sistema di pagamento desiderato;
  • Attualmente gli sviluppatori sono vincolati all’utilizzo del sistema di fatturazione di Google Play;
  • Consentire collegamenti ad altri metodi di pagamento;
  • Facilitare altre modalità per scaricare applicazioni.

Google prevede di presentare il proprio appello alla Corte Suprema entro il 27 ottobre. Se verrà concessa un’ulteriore sospensione dell’inibizione, questa rimarrà in vigore fino alla data dell’appello.

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