Futuro della pubblicità di google a rischio con l’inizio del processo sui rimedi

Inizia oggi la fase di rimedi del processo antitrust riguardante la tecnologia pubblicitaria di Google, a seguito della sconfitta subita dall’azienda nel mese di aprile. La corte ha stabilito che Google detiene monopoli nei mercati dei server pubblicitari e degli scambi pubblicitari sul web aperto. Il Dipartimento di Giustizia (DOJ) e una coalizione di stati stanno spingendo affinché Google venda il proprio scambio pubblicitario, AdX, e renda il meccanismo d’asta open source. Google, da parte sua, sostiene che tali misure siano impraticabili e propone modifiche politiche per favorire la concorrenza. L’esito del processo determinerà i passi specifici che Google dovrà intraprendere per rimediare alla situazione.

Google ha perso il processo antitrust sulla pubblicità

Nel mese di aprile, il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, Leonie Brinkema, ha emesso una sentenza sfavorevole per Google. È stato stabilito che l’azienda mantiene posizioni monopolistiche nei settori dei server pubblicitari e degli scambi pubblicitari sul web aperto.

Richieste del DOJ e degli stati

Il DOJ e una coalizione di stati richiedono al tribunale di obbligare Google a vendere AdX, dove gli editori online pagano una commissione del 20% per partecipare ad aste istantanee quando gli utenti caricano i siti web.

Meccanismo open source richiesto

In aggiunta, si chiede al tribunale di rendere open source il meccanismo che determina il vincitore delle aste. Google ha chiesto cautela nella gestione del processo attuale.

Google ha perso anche il processo sul monopolio della ricerca online

È importante ricordare che sebbene Google abbia subito una sconfitta nel processo relativo al monopolio della ricerca online, non è stata costretta a vendere Chrome o Android. La maggior parte delle richieste più significative sono state respinte dal tribunale; L’azienda dovrà compiere specifici passi per facilitare la concorrenza.

  • Modifiche alle politiche per supportare piattaforme concorrenti.
  • Divieto di stipulare accordi esclusivi con motori di ricerca come quello avuto con Apple.

Per quanto riguarda questo processo sulla tecnologia pubblicitaria, Google ha dichiarato che le proposte avanzate dal DOJ sono tecnicamente impraticabili e potrebbero portare a un periodo prolungato di incertezze sia per gli inserzionisti sia per gli editori.

La proposta dell’azienda consiste in modifiche alle proprie politiche anziché nella vendita di AdX; Secondo il DOJ queste misure non sarebbero sufficienti a ripristinare la concorrenza.

L’esito della fase dei rimedi resta quindi incerto.

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