La questione del ritorno della produzione negli Stati Uniti è attualmente al centro dell’attenzione, soprattutto in relazione all’industria tecnologica. Diverse aziende statunitensi continuano a fare affidamento su impianti di produzione situati all’estero, in paesi come Cina, Taiwan, India, Vietnam e Brasile. Recentemente, il presidente Donald Trump ha espresso la sua intenzione di incentivare le aziende a investire nel mercato americano, minacciando l’applicazione di tariffe elevate.
Trump minaccia le tariffe sui chip
Durante un incontro con i giornalisti, Trump ha dichiarato: “Sì, ne ho discusso con le persone qui. Chips e semiconduttori – applicheremo tariffe alle aziende che non stanno venendo qui. Metteremo una tariffa molto presto.”
Ha aggiunto: “Imporremo una tariffa sostanziale, non altissima, ma piuttosto significativa con la comprensione che se entreranno nel paese e investiranno qui, non ci sarà alcuna tariffa.”
Un aspetto interessante è che Apple sembra aver recuperato buoni rapporti con l’amministrazione Trump. Le affermazioni del presidente sono state fatte prima di un incontro con i CEO delle principali aziende tecnologiche, menzionando specificamente Tim Cook di Apple: “Direi che (il CEO di Apple) Tim Cook sarebbe in buona posizione.”
Tasse elevate per le importazioni di semiconduttori
È noto che Trump sta considerando l’imposizione di tasse significative sui semiconduttori importati negli Stati Uniti. Nel mese scorso, è stata introdotta una tariffa del 100% sui chip provenienti dall’estero. Esiste una scappatoia: le aziende possono evitare queste tasse dimostrando il loro impegno a investire negli Stati Uniti attraverso la costruzione di nuovi stabilimenti.
A causa di ciò, compagnie come Samsung e TSMC stanno aumentando i loro investimenti nel mercato americano. Inoltre, il governo statunitense sta cercando di sostenere realtà locali come Intel per garantire la competitività rispetto ai concorrenti internazionali.
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