Le recenti dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rivelano un interesse crescente verso la produzione di minerali critici attraverso l’utilizzo dei fondi del CHIPS Act. Questo provvedimento, inizialmente concepito per incentivare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti, potrebbe ora essere indirizzato verso altre risorse strategiche.
Trump e il finanziamento del CHIPS Act per i minerali
Secondo fonti esclusive riportate da Reuters, Trump sta valutando la possibilità di destinare parte dei fondi del CHIPS Act, pari a 2 miliardi di dollari, all’acquisizione di minerali essenziali. La produzione di semiconduttori richiede diversi tipi di minerali come germanio, galio, litio e indio. Questi elementi sono estratti in tutto il mondo, ma è fondamentale anche il loro processo di raffinazione.
Per comprendere meglio: analogamente alla preparazione del cibo, avere gli ingredienti non è sufficiente se non si conosce come trasformarli in prodotti utilizzabili. La Cina attualmente domina il mercato della lavorazione e raffinazione dei minerali, una situazione che preoccupa l’amministrazione Trump.
L’impegno di Trump per l’autosufficienza americana
Se le informazioni sono corrette, questa mossa si allinea con le politiche adottate dall’amministrazione Trump negli ultimi mesi. È stata annunciata l’introduzione di dazi globali su beni importati negli Stati Uniti, colpendo particolarmente paesi come Cina e India.
Inoltre, è stato comunicato che ci sarà un dazio del 100% sui semiconduttori importati. Esiste una clausola: le aziende che producono chip negli Stati Uniti o investono nella creazione di strutture produttive nazionali potrebbero essere esentate da tali tasse. Si è anche discusso dell’idea di utilizzare i fondi del CHIPS Act per ottenere partecipazioni in aziende già beneficiarie delle sovvenzioni.
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