La crescente diffusione dell’intelligenza artificiale (IA) ha portato a un crescente interesse riguardo al suo impatto ambientale, in particolare sul consumo energetico. Google sta attuando misure per ridurre l’impronta energetica dell’IA, con l’obiettivo di raggiungere livelli tali da renderla praticamente inesistente. Il percorso verso questo traguardo presenta diverse sfide.
gemini consuma circa cinque gocce d’acqua
Secondo l’ultimo rapporto di Google, è stata registrata una riduzione del 30% nel consumo energetico del sistema Gemini nell’arco di un anno. In particolare, il consumo medio di energia per ogni richiesta testuale è diminuito di un fattore pari a 33 volte, con una conseguente riduzione dell’impronta di carbonio superiore a 44 volte.
Questi risultati sono stati ottenuti grazie all’approccio “full stack”, che massimizza l’efficienza energetica pur garantendo risultati ottimali. Tale strategia prevede l’ottimizzazione di ogni strato dell’IA, inclusi modelli architetturali come Mixture-of-Experts (MoE), algoritmi e Tensor Processing Units (TPU). La realizzazione di queste modifiche richiede impegno significativo in termini di ricerca e sviluppo da parte dell’azienda.
Un singolo prompt testuale genera un consumo medio di circa 0.24 wattora (Wh), corrispondente all’energia utilizzata da un televisore per circa nove secondi.
google mira a ridurre l’impronta energetica dell’ia quasi a zero
Sebbene l’impronta energetica del sistema Gemini risulti inferiore rispetto ad altri concorrenti come ChatGPT, Google aspira a portare tale impronta a livelli dove possa essere considerata non rilevante. Amin Vahdat, Vice Presidente Engineering presso Google, ha dichiarato: “Non credo che siamo ancora vicini al nostro obiettivo finale. Abbiamo raggiunto un punto comparabile con altre fonti informative.”
- Amin Vahdat – Vice Presidente Engineering presso Google
- Gemini – Sistema IA sviluppato da Google
- ChatGPT – Competitore nel settore delle IA
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