Negli ultimi anni, il settore della computer science è stato considerato uno dei più promettenti. Recenti statistiche rivelano che i laureati in informatica e ingegneria informatica hanno registrato tassi di disoccupazione rispettivamente del 6,1% e del 7,5%, superando la media nazionale del 5,8% per i neolaureati. Questi dati sono significativamente più alti rispetto ai laureati in biologia e storia dell’arte, che presentano un tasso di disoccupazione del 3%.
disoccupazione tra i laureati in computer science
Secondo esperti del settore, l’evoluzione rapida degli strumenti di intelligenza artificiale ha portato alla scomparsa di numerosi posti di lavoro entry-level nel campo della programmazione. Inoltre, le continue riduzioni di personale da parte di giganti tecnologici come Microsoft, Amazon e Meta stanno contribuendo a creare una situazione lavorativa senza precedenti per questo ambito professionale.
esperienze dirette dei neolaureati
Zach Taylor, un giovane laureato della Oregon State University, ha condiviso la sua frustrazione: dopo aver inviato oltre 5.700 domande e ricevuto solo 13 interviste, non è riuscito a ottenere alcuna proposta di lavoro. La sua esperienza è stata così negativa da portarlo addirittura a chiedere lavoro presso McDonald’s senza successo per mancanza di esperienza.
Manasi Mishra, laureata della Purdue University, ha vissuto una situazione simile. Nonostante le sue competenze acquisite sin dalla scuola elementare nella creazione di siti web e corsi avanzati durante il liceo, non ha ricevuto offerte dopo un anno dalla laurea.
l’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro
I cambiamenti nel mercato del lavoro sono amplificati dall’adozione crescente degli assistenti alla programmazione basati su AI. Gli esperti avvertono che i ruoli entry-level rischiano maggiormente l’automazione. Strumenti come CodeRabbit promettono prestazioni superiori rispetto agli sviluppatori umani nella correzione dei codici.
l’adeguamento delle università alle nuove esigenze
L’attuale crisi occupazionale colpisce particolarmente i neolaureati poiché molte università iniziano solo ora ad integrare nei loro programmi l’insegnamento degli strumenti AI richiesti dalle aziende tecnologiche. I neolaureati si trovano intrappolati in un ciclo negativo dove utilizzano strumenti AI per ottimizzare il loro curriculum mentre le aziende impiegano sistemi automatizzati per filtrare le candidature.
difficoltà nel reperire opportunità lavorative
I licenziamenti massicci nel settore tecnologico aggravano ulteriormente la situazione occupazionale. Nel primo semestre del 2025, aziende come Microsoft e Google hanno già ridotto il personale di migliaia di unità. Microsoft ha annunciato tagli per circa 15.000 dipendenti, mentre Meta ha licenziato oltre 3.600 persone all’inizio dell’anno.
- Zach Taylor – Oregon State University
- Manasi Mishra – Purdue University
- Matthew Martin – Oxford Economics
- Tracy Camp – Computing Research Association
- Mark Zuckerberg – CEO Meta
- Andy Jassy – CEO Amazon
- Jim Farley – Ford
- Dario Amodei – Anthropic
la necessità di adattarsi alle nuove competenze richieste dal mercato
L’analisi evidenzia che la sfida principale non risiede solo nell’automazione ma anche nella discrepanza delle competenze richieste dai datori di lavoro rispetto a quelle offerte dai neolaureati in computer science. Le aziende cercano sempre più competenze specifiche come cloud computing e data science che spesso mancano nei curricula tradizionali degli studenti.
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