La Cina è considerata da molti come la “fabbrica del mondo”. Diverse aziende scelgono di produrre i propri articoli in questo paese grazie ai costi di manodopera più contenuti, ma questa situazione potrebbe subire un cambiamento significativo. Infatti, le proposte di tariffe avanzate dall’amministrazione Trump potrebbero influenzare tale decisione, imponendo un’imposta del 30% sui beni importati dalla Cina.
Tariffe Trump sulla Cina
Il governo Trump e la Cina avevano raggiunto un accordo temporaneo che avrebbe ridotto le tariffe dal 145% al 30%. Questo accordo era destinato a scadere il 12 agosto. A poche ore dalla scadenza dell’intesa, è stata annunciata una proroga di 90 giorni, rinviando nuovamente l’applicazione delle tariffe su prodotti cinesi.
Questo sviluppo consente alle aziende statunitensi che si avvalgono della produzione cinese di evitare l’applicazione delle tariffe al 145%. Sebbene dovranno comunque affrontare una tariffa del 30%, questa risulta meno gravosa rispetto alla precedente. D’altro canto, la Cina abbatterà le proprie tariffe sui beni importati dagli Stati Uniti dal 125% al 10%.
Questa notizia rappresenta un’opportunità per molte aziende, in particolare nel settore tecnologico, che dipendono da componenti provenienti dalla Cina. Tra queste spicca Apple, nota per la sua forte dipendenza dalla produzione e assemblaggio dei suoi dispositivi in territorio cinese. Nonostante il rinvio delle tariffe elevate, Apple ha principalmente evitato conseguenze negative grazie al suo impegno ad investire maggiormente nel mercato statunitense.
Non è tutto risolto
Nonostante ciò, le aziende non dovrebbero festeggiare prematuramente. L’amministrazione Trump ha mostrato una certa instabilità riguardo alle politiche tariffarie e potrebbe cambiare direzione senza preavviso. Inoltre, rimangono incognite sulle future negoziazioni tra i funzionari americani e cinesi.
Se la situazione dovesse deteriorarsi ulteriormente, si potrebbero prevedere aumenti delle tasse. Un tema rilevante riguarda TikTok; Trump sta cercando acquirenti negli Stati Uniti per questa piattaforma social, ma incontra resistenze da parte del governo cinese alla vendita. Le tariffe sono state in parte introdotte per esercitare pressione affinché tale transazione avvenisse.
Fino ad oggi non ci sono stati sviluppi significativi in tal senso.
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