Recenti sviluppi hanno visto Google affrontare due importanti casi di antitrust contro il Dipartimento della Giustizia (DOJ). Questi procedimenti riguardano, da un lato, la predominanza nel settore delle ricerche online e, dall’altro, il suo operato nel mercato pubblicitario. Attualmente, l’azienda è coinvolta in un processo per le misure correttive relative alla sua attività di ricerca e sono emerse nuove informazioni riguardo al caso pubblicitario.
Processo per le misure correttive del caso antitrust pubblicitario di Google
Il processo inizierà ufficialmente il 22 settembre, come annunciato da un giudice durante le udienze civili. Questa data segue la sconfitta legale subita da Google nel mese precedente. La decisione è stata comunicata il 2 maggio.
Nell’ambito del processo dello scorso mese, la giudice del Distretto degli Stati Uniti, Leonie Brinkema, ha dichiarato che Google è responsabile per aver “acquisito e mantenuto volontariamente un potere monopolistico”. La sentenza ha stabilito che Google detiene monopoli illegali nei mercati della pubblicità online.
“Per oltre un decennio, Google ha legato insieme il server pubblicitario per editori e l’exchange pubblicitario attraverso politiche contrattuali e integrazione tecnologica, consentendo all’azienda di stabilire e proteggere il suo potere monopolistico in questi due mercati,” ha scritto la giudice Brinkema.
Richieste del DOJ nel caso di ricerca
In relazione al caso sulla ricerca, il DOJ sta richiedendo numerosi interventi da parte di Google. Tra queste richieste c’è anche la possibile vendita di Chrome. L’obiettivo dell’agenzia è quello di smantellare il monopolio nella ricerca online, quindi ci si aspetta che vengano avanzate richieste significative anche durante il processo sulle misure correttive pubblicitarie.
Sebbene non siano ancora chiari i dettagli delle richieste specifiche, è certo che Google dovrà intraprendere azioni significative. Dopo la conclusione del processo sulle misure correttive, l’azienda intende fare appello contro la sentenza; lo stesso vale per la sconfitta relativa al caso sul monopolio della ricerca. Entrambi i casi potrebbero prolungarsi notevolmente nonostante le recenti perdite subite da Google.
Lascia un commento