La situazione attuale di Google è caratterizzata da un processo legale in corso, che ha come oggetto il presunto monopolio nel settore delle ricerche online. Le udienze si stanno svolgendo con frequenti aggiornamenti provenienti dall’aula di tribunale, dove la questione centrale riguarda la gestione del browser Chrome e le sue implicazioni.
Google non crede che altre aziende possano gestire Chrome in modo efficace
Secondo quanto riportato da Bloomberg, Google sostiene che nessun’altra azienda sia in grado di gestire correttamente il browser Chrome. Questo strumento è considerato molto più di una semplice applicazione; rappresenta infatti un complesso equilibrio di servizi interconnessi, tutti dipendenti dalle infrastrutture e dall’expertise di Google.
Parisa Tabriz, Direttore Generale di Chrome, ha dichiarato durante le udienze che “Chrome oggi rappresenta 17 anni di collaborazione tra i membri del team”. Ha inoltre sottolineato che “cercare di districare questa rete è senza precedenti”. Tabriz ha evidenziato l’importanza dei servizi associati a Chrome, come la navigazione sicura e l’identificazione delle violazioni delle password, che necessitano della presenza di Google per funzionare adeguatamente. Se fosse costretta a vendere Chrome, tali servizi potrebbero smettere di operare.
L’esperto del DOJ non condivide la posizione di Google
James Mickens, esperto informatico del Dipartimento della Giustizia e professore ad Harvard, ha espresso un’opinione contraria. Secondo Mickens, “la dismissione di Chrome è tecnicamente fattibile. Sarebbe possibile trasferire la proprietà senza troppi problemi”. Questa affermazione suggerisce che la separazione potrebbe non essere così complessa come sostenuto da Google.
Attualmente sembra probabile una vendita di Chrome come parte delle misure correttive imposte al gigante tecnologico. È previsto un elenco dettagliato delle azioni richieste dal tribunale e la cessione del browser appare come il cambiamento principale più plausibile. Si stima che il valore potenziale della vendita possa superare i $50 miliardi, qualora Google fosse costretta a procedere in tal senso.
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