whatsapp e la possibile introduzione della rilevazione degli screenshot
Recenti analisi del codice di WhatsApp hanno rivelato l’intenzione della piattaforma di implementare una funzione di rilevazione degli screenshot per il servizio di stato. Questa novità arriva oltre un decennio dopo che Snapchat ha introdotto per prima questa funzionalità.
caratteristiche attese della nuova funzione
Un’analisi approfondita dell’APK di WhatsApp (versione 2.25.12.19) ha permesso di scoprire che la rilevazione degli screenshot è in fase di sviluppo, con possibilità di attivazione già visibili nel codice. Non ci sono ancora conferme ufficiali sulla notifica agli utenti riguardo alla cattura dello schermo da parte di altri.
- Rilevazione degli screenshot per gli stati
- Funzionalità simile a quella già esistente su Snapchat
- Nessuna conferma sulla notifica agli utenti
l’importanza della privacy e delle notifiche
Sebbene WhatsApp non abbia ancora annunciato se avviserà gli utenti quando qualcuno effettua uno screenshot del proprio stato, è lecito sperare che questa opzione venga considerata in futuro. La possibilità di ricevere una notifica potrebbe fungere da deterrente contro comportamenti indesiderati, garantendo così maggiore protezione per contenuti sensibili.
funzioni simili già adottate da altre app
L’API per la rilevazione degli screenshot è stata introdotta anche in Android 14 nel 2023, suggerendo che altre applicazioni potrebbero seguire questo esempio. Snapchat, ad esempio, ha implementato questa funzionalità più di dieci anni fa e avvisa i propri utenti ogni volta che viene effettuato uno screenshot dei loro contenuti.
considerazioni finali sulla privacy su whatsapp
Attualmente, WhatsApp impedisce già la cattura degli screenshot delle immagini profilo come misura per tutelare la privacy degli utenti. Pertanto, si può ipotizzare che un approccio simile possa essere adottato anche per gli stati.
- Possibilità di evitare screenshots delle foto profilo
- Adozione della stessa filosofia per gli stati?
- Maggiori tutele contro l’abuso dei contenuti condivisi
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